Mosca accerchiata: gli USA mandano missili ipersonici in Germania
In pieno stile da Guerra Fredda gli USA inviano armi, mentre Zelensky "aspetta" Trump
A seguito del vertice NATO a Washington, in pieno stile da Guerra Fredda, la Germania e gli USA hanno firmato un accordo che prevede a partire dal 2026 l’invio di missili a lungo raggio a Berlino, come i SM-6 e i Tomahawk , e nuove armi ipersoniche in via di sviluppo, in grado di colpire il territorio russo. Gli USA dunque accerchiano Mosca.
Ma se da una parte si assiste alle continue pericolosissime accelerazioni della NATO da una parte, dall’altra c’è oggi chi intravede nell’arrivo di Trump alla Casa Bianca a Novembre, una pace possibile entro l’autunno. Il presidente Zelensky infatti, dopo anni di guerra, ha auspicato la presenza di una delegazione russa al prossimo summit sulla pace. Che guarda caso si prevede possa avvenire proprio a Novembre. Gli esperti ora avvertono però del pericolo economico pendente sull’Europa circa la questione ancora irrisolta dei contratti di gas ancora legalmente validi con Mosca. Chi pagherà? Putin imporrà il pagamento ai Paesi UE?
Missili ipersonici USA in Germania: Washington accerchia Mosca
Dal 2026 in Germania inizieranno a essere dispiegati missili da crociera a lungo raggio USA. è stato annunciato congiuntamente da Stati Uniti e Germania, in una dichiarazione diffusa al vertice della NATO a Washington. Nel programma sono inclusi Missili Tomahawk, SM-6, e missili ipersonici in via di sviluppo. Queste testate in arrivo risultano significativamente più potenti di quelle posizionate al momento nelle basi europee. La cosa che li accomuna è infatti una gittata decisamente superiore capace di colpire in profondità il territorio russo. Questa decisione però cambia diametralmente la strategia di difesa occidentale, riportando in Europa armi vietate dai tempi della Guerra Fredda. Quando Ronald Reagan e Michail Gorbačëv nel 1988, firmarono il trattato IDF, che proibì questo tipo di armamento in Europa.
La reazione di Mosca ovviamente non si è fatta attendere. E il viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov ha avvertito che la Russia adotterà una “risposta militare alla nuova minaccia”. Secondo fonti interrogate da Repubblica, ad oggi Washington non avrebbe ancora avanzato richieste a Roma, ma è molto probabile che l’Italia sia il prossimo Paese a dover sottostare alle richieste USA. E a divenire dunque molto esposto a eventuali futuri attacchi russi. Strategicamente infatti per la Casa Bianca non è saggio concentrare tutte le capacità balistiche in un solo luogo e l’Italia offre una posizione geografica strategica molto vantaggiosa per coprire al meglio alcune regioni sensibili come i Balcani e il cosiddetto “fianco sud” . Ovvero i paesi del Mediterraneo.
Il gas russo e i contratti a lungo termine con l’UE: miliardi di euro in mano a Putin
Ma mentre le mosse della NATO lasciano pensare ad una preparazione del blocco atlantico alla guerra con Mosca. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, preso atto della ormai quasi certa vittoria di Trump, anche a seguito dell’attentato, ha annunciato che sta preparando un secondo vertice di pace al quale ha auspicato la presenza anche di una delegazione russa. Il vertice, ha affermato il presidente ucraino, potrebbe tenersi nel prossimo mese di novembre. Chissà se proprio a seguito delle elezioni USA che si terranno lo stesso mese. Ma dinnanzi ad uno scenario di pace che, sia chiaro ad oggi ancora molto difficile da raggiungere. Gli esperti in Europa iniziano ad interrogarsi circa le sorti dei contratti riguardanti il gas russo, ancora perfettamente validi e pendenti sull’UE.
Se da una parte infatti la dipendenza dell’Europa dalle forniture russe è fortemente diminuita, dall’altra restano ancora legalmente validi numerosi contratti a lungo termine sottoscritti in passato tra imprese europee e Gazprom, ed ora congelati. E secondo le regole del commercio internazionale tali flussi di gas dalla Russia, per gli obblighi assunti dalle parti, avrebbero il diritto di riprendere. Una situazione che cozzerebbe però con le politiche dell’Unione ormai assunte a seguito dell’invasione dell’Ucraina, con l’impegno di liberarsi totalmente entro il 2027 delle importazioni energetiche dalla Russia, come indicato nel REPoweEU. C’è il timore dunque che Putin possa mettere sul tavolo dei negoziati anche il pagamento da parte dei buyers europei di miliardi di euro spettanti di diritto a Mosca. Creando un danno economico esorbitante al Vecchio Continente. Alcuni di questi contratti a lungo termine stipulati prima della guerra in Ucraina arriverebbero fino al 2040.