Il Museo Yves Saint Laurent di Parigi espone fino al prossimo 25 agosto Trasparences, il potere dei materiali, il secondo capitolo di una storia iniziata l’estate scorsa presso la Città del Merletto e della Moda a Calais “Transparences – Le pouvoir des matières”.
La trasparenza, il “diafano”, la limpidezza e la lucidità sono parte integrante dell’emblematica cifra stilista di Yves Saint Laurent, che iniziò a utilizzare materiali come chiffon, pizzo e tulle nel 1960. Quasi in contraddizione con il concetto stesso del “vestire”, ovvero coprire il corpo, la trasparenza viene utilizzata dal talentuoso couturier in un abile gioco tra presenza e assenza. La retrospettiva affronta, in questa chiave, il tema della nudità e del corpo femminile, a partire dai capi d’abbigliamento che hanno fatto la storia, come ad esempio la prima camicetta “topless” dalla collezione primavera/estate 1968. Ci siamo recati giorni fa a Parigi presso il Musée Yves Saint Laurent, al 5 avenue Marceau, per ammirare l’esposizione intrisa di arte e bellezza dell’iconico stilista francese.
Transparences Yves Saint Laurent, il comportamento dei tessuti in mostra
Dopo il successo di Formes, il Musée Yves Saint Laurent dedica la sua nuova esposizione fashion all’arte della trasparenza, con particolare attenzione al comportamento dei tessuti. In questa seconda parte, il museo parigino ha invitato la curatrice Anne Dressen, in qualità di consulente artistico, a concentrarsi sulla trasparenza come espressione artistica privilegiata di Laurent. La scenografia è progettata dall’architetto Pauline Marchetti il cui lavoro interroga le dimensioni sensibili dello spazio.
La trasparenza, quando indossata, raramente è completa: è, in teoria, incompatibile con la funzione stessa dell’abito, che dovrebbe coprire il corpo, nasconderlo o proteggerlo. Attratto da questa contraddizione e dal potere suggestivo della trasparenza, Yves Saint Laurent inizia a utilizzare materiali come chiffon, pizzo e tulle negli Anni Sessanta. Come un leitmotiv, la trasparenza ritorna regolarmente, durante i suoi quarant’anni di creazione, talvolta associata a ricami o tessuti opachi. Con audacia il designer concilia gli antagonismi e permette alle donne di affermare il proprio corpo non senza orgoglio e insolenza. “ Conosco le trasparenze da molto tempo. L’importante con loro è mantenere il mistero…. Penso di aver fatto il massimo per l’emancipazione della donna. Ho creato abiti che si adattano perfettamente al 21° secolo .”, dichiara Yves Saint Laurent.
Il potere dei materiali
Attingendo al potere dei materiali, questa nuova mostra intende esplorare la moda e lo sguardo di Yves Saint Laurent in tutta la loro complessità. Si va il più vicino possibile ai loro legami con il corpo e alla nudità rivisitata. Tra i quaranta pezzi tessili presentati figurano creazioni iconiche della storia della rivelazione del corpo femminile di Yves Saint Laurent. In mostra troviamo la prima camicetta topless, battezzata dalla stampa americana See-Through Blouse per la primavera-estate 1968.
Ad impreziosire le sale anche l‘Abito Nude, una creazione di mussola nera con cintura con piume di struzzo della seguente collezione. I pezzi più originali dimostrano il virtuosismo del couturier nel proporre la figura di una donna potente e liberata. Appaiono anche elementi essenziali del processo creativo: schizzi, modelli su carta da lucido, fotografie così come accessori (cappelli, gioielli, scarpe), ma anche una serie di disegni di Laurent ispirati ai dipinti di Goya.
Facendo eco alle creazioni di Yves Saint Laurent, opere di artisti moderni e contemporanei scandiscono il percorso. I disegni ipnotici di Anne Bourse riecheggiano le sovrapposizioni di materiali e colori. Le sperimentazioni attorno ai rayograms e alle foto di moda di Man Ray ricordano alcune ricerche del couturier sui pizzi; la fluidità della mussola e il suo movimento si ritrova nella danza serpentina di Loïe Fuller catturata dai fratelli Lumière; infine, un’opera della serie Transparencies di Picabia rivela la parte visibile e invisibile del modello, la parte sfuggente della sua persona.
La mostra Yves Saint Laurent: Trasparences, il potere dei materiali è strutturata in cinque sezioni
La prima sezione offre un’introduzione, esplorando diversi pezzi realizzati in organza, Cigaline®, pizzo, tulle e persino mussola. Tante varianti che permettono al designer di giocare con diversi effetti di trasparenza. Nella sezione successiva, il corpo della donna viene gradualmente rivelato attraverso trasparenze traforate. Grazie all’uso del pizzo e del tulle alcune parti del corpo vengono rese astratte, come da tanti riflettori.
Le suggestive spose di Yves Saint Laurent
Al piano superiore, l’esposizione affronta la fluidità del movimento generato da tessuti morbidi, come la mussola, che animano il corpo, lo ricoprono e lo scoprono, accompagnandolo come un doppio, una nebbia onirica. Nei laboratori di cucito cosiddetti “fuzzy”, a differenza di quelli dei “sarti”, la trasparenza dà completa libertà al corpo. Più avanti, la trasparenza rivela le linee di costruzione di un capo – l’organza in particolare – permettendo di strutturare il corpo, come i tracciati presentati per la prima volta.
Alla fine del percorso diverse sagome di spose con i loro veli di tulle, così spesso reinventati da Yves Saint Laurent, vengono a chiudere la mostra, come fanno in ogni sfilata. Le spose di Yves Saint Laurent non sono mai trasparenti: si affermano con una libertà insondabile. Questa mostra rende visibile la poesia artistica e sensibile di Yves Saint Laurent; la sua ribellione creativa contro i mutevoli divieti della società rimane oggi più stimolante che mai.