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Artico, gli Usa intensificano le operazioni militari

Aumentano i bombardieri strategici B-1B Lancer e B-52 Stratofortress

L’Artico sta diventando un punto focale sempre più rilevante per le potenze mondiali, con gli Stati Uniti che intensificano le loro operazioni militari nella regione. Negli ultimi mesi, i bombardieri strategici americani hanno aumentato significativamente le loro missioni sopra il Circolo Polare Artico, una mossa che segna un chiaro segnale di deterrenza verso le attività russe.

Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha infatti esplicitamente recentemente annunciato un incremento delle operazioni dei bombardieri strategici B-1B Lancer e B-52 Stratofortress nell’Artico. Questi bombardieri a lungo raggio sono stati impiegati per eseguire esercitazioni congiunte con gli alleati NATO e per monitorare le attività navali e aeree russe.

Caccia usa operazioni Artico
Foto X @HQUSAFEAFAF

Esperti militari sottolineano che l’incremento delle missioni dei bombardieri americani è una risposta diretta all’espansione della presenza militare russa nella regione. La Russia, infatti, ha riaperto numerose vecchie basi militari dell’epoca dell’Unione sovietica e ha così aumentato la frequenza delle pattuglie navali e aeree.

La strategia Usa nell’Artico

La crescente importanza dell’Artico nella geopolitica globale ha portato gli Stati Uniti a sviluppare una strategia specifica per la regione. L’Artico non solo è una via di transito cruciale per le rotte marittime, ma è anche ricco di risorse naturali come petrolio e gas. La strategia americana mira a garantire la libertà di navigazione e a proteggere gli interessi economici e di sicurezza nazionale.

Il Pentagono (il ministero della Difesa americana) ha dichiarato che la presenza dei bombardieri è essenziale per mantenere la stabilità e la sicurezza nella regione. Le operazioni includono anche l’addestramento per condizioni estreme, essenziale per le missioni di lunga durata in ambienti freddi e ostili.

Collaborazione con gli alleati

Un altro aspetto fondamentale delle operazioni nell’Artico è la cooperazione con gli alleati. Gli Stati Uniti hanno intensificato le esercitazioni congiunte con la Norvegia, il Regno Unito e il Canada. Queste esercitazioni non solo migliorano l’interoperabilità delle forze armate, ma inviano anche un forte messaggio di unità e di impegno per la difesa collettiva.

Le esercitazioni comprendono manovre complesse che simulano scenari di conflitto e crisi, consentendo alle forze armate di adattarsi rapidamente alle situazioni reali. Gli alleati accolgono in ogni caso favorevolmente la presenza americana, vedendo negli Stati Uniti un partner fondamentale per la sicurezza dell’Artico.

Aereo ghiaccio Oceano Artico
I ghiacci dell’Artico visti da un aereo. Foto X @bat_vedanta

Reazioni internazionali

La risposta internazionale all’aumento delle operazioni dei bombardieri americani nell’Artico è stata di segno contrastante, com’era facile immaginare. La Russia ha condannato queste azioni, definendole provocatorie e destabilizzanti. Mosca sostiene che l’Artico dovrebbe rimanere una zona di cooperazione pacifica e non di conflitto militare.

D’altro canto, molti paesi europei e membri della NATO vedono positivamente l’impegno degli Stati Uniti. Essi ritengono che una presenza forte e determinata nell’Artico sia essenziale per contrastare l’espansionismo russo e per proteggere la libertà di navigazione nelle acque internazionali. Guardando al futuro, è probabile che gli Stati Uniti continueranno a rafforzare la loro presenza nell’Artico. L’implementazione di tecnologie avanzate e lo sviluppo di nuove capacità operative saranno cruciali per mantenere la superiorità militare nella regione. La continua collaborazione con gli alleati sarà altresì fondamentale per garantire una risposta coordinata e efficace alle sfide emergenti.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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