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Ilaria Partipilo, accuse di antisemitismo e razzismo. Ma è sempre al suo posto in Gioventù Nazionale

Insulti antisemiti e contro i disabili, foto Mussolini, simboli nazisti. Neppure tutto questo è sufficiente in Italia per rimuovere un dirigente politico

Ilaria Partipilo, 24enne barese di Gioventù Nazionale, è al centro di una bufera mediatica e politica. Secondo quanto documentato dalla ormai celebre inchiesta di Fanpage.it, un mese fa, in alcune chat Partipilo offendeva con razzismo e disprezzo gli ebrei definendoli “infami” e le persone affette da sindrome di Down definendole “menomate”. Non ha chiesto scusa; non è stata rimossa dal suo ruolo di dirigente provinciale; non sono stati presi provvedimenti contro di lei.

Questa ragazza non è una militante come un’altra. È presidente provinciale di Bari dei giovani seguaci di Giorgia Meloni, collaboratrice del deputato e dirigente nazionale Giovanni Donzelli. Ed è vicina al sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato. Le accuse contro Ilaria Partipilo sono emerse, come detto, grazie a un’inchiesta condotta da Fanpage, che ha portato alla luce una serie di messaggi e immagini scambiati in una chat privata. Tra questi, spiccano insulti antisemiti, foto di Benito Mussolini e simboli nazisti come svastiche.

Ilaria Partipilo razzismo
Foto X @PonzErica

Il caso Partipilo

La rivelazione ha scatenato una serie di reazioni politiche. Esponenti di vari partiti, inclusi quelli della stessa Fratelli d’Italia, hanno espresso la loro condanna. Gioventù Nazionale ha dichiarato che il comportamento di Partipilo non rappresenta i valori dell’organizzazione. Tuttavia, non sono stati presi provvedimenti disciplinari immediati, il che ha alimentato ulteriormente la controversia.

Malgrado le prove schiaccianti, Ilaria Partipilo ha ricevuto anche sostegno, soprattutto dai membri locali del suo partito. Alcuni hanno minimizzato la gravità dei fatti, attribuendoli a un errore giovanile o a un fraintendimento. Altri, invece, hanno sottolineato l’importanza di mantenere una linea dura contro qualsiasi forma di discriminazione e intolleranza, richiedendo azioni più decise.

Gioventù Nazionale, Hitler e Mussolini

La vicenda di Ilaria Partipilo mette in luce una questione più ampia all’interno di Gioventù Nazionale e, in generale, di Fratelli d’Italia. Il partito, guidato da Giorgia Meloni, si trova a dover affrontare una delicata gestione delle sue frange più estremiste. Le quali sembrano emergere come molto più diffuse di quanto si pensasse.

Perfino fra i giovani ventenni, spesso abbacinati confusamente dai miti della dittatura totalitaria nazifascista, che riuscì a provocare la distruzione dell’Italia, trascinando il nostro Paese in guerra al fianco di Hitler. La leadership di FdI ha sempre dichiarato di voler combattere ogni forma di razzismo e antisemitismo, ma episodi come questo mettono a dura prova la credibilità di tali affermazioni. Anche perché si stanno ripetendo sempre più spesso. E Fratelli d’Italia, al di là delle parole di condanna, ha paura di prendere drastici provvedimenti.

Noemi Di Segni caso Partipilo
La presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni. Foto Ansa/Ettore Ferrari

La Comunità Ebraica

La comunità ebraica italiana ha reagito con preoccupazione e sdegno alle rivelazioni. Alcuni rappresentanti hanno richiesto incontri con i vertici di Fratelli d’Italia per discutere le misure da adottare contro chi diffonde odio e intolleranza. Queste richieste di dialogo riflettono la necessità di un confronto aperto e trasparente per evitare che episodi simili si ripetano in futuro.

La situazione di Ilaria Partipilo è un chiaro esempio delle sfide che i partiti politici devono affrontare nel garantire che i loro membri rispettino i valori fondamentali di rispetto e tolleranza. Mentre le indagini continuano e le pressioni aumentano, rimane da vedere come Gioventù Nazionale e Fratelli d’Italia gestiranno questo delicato caso che potrebbe avere implicazioni significative per il loro futuro e per la loro credibilità politica.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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