NewsPrimo piano

Italia e NATO, Crosetto attacca Stoltenberg

Il ministro della Difesa irritato perché il segretario dell'Alleanza Atlantica non ha nominato un italiano alla guida della struttura per il fronte Sud

Le recenti tensioni tra il Ministro della Difesa italiano Guido Crosetto e il Segretario Generale della NATO Jens Stoltenberg hanno raggiunto un nuovo apice con la nomina dell’inviato spagnolo Javier Colomina – e non di un italiano come sembrava dovesse essere – per il Fronte Sud della NATO. Crosetto ha descritto questa decisione come un “affronto personale” nei confronti dell’Italia, sollevando critiche aspre nei confronti della leadership dell’alleanza.

Le critiche di Crosetto

In una serie di dichiarazioni pubbliche, Crosetto ha criticato Stoltenberg per aver scelto la Spagna come rappresentante per il Fronte Sud della NATO. Secondo il ministro italiano, questa decisione ignora il contributo significativo dell’Italia alla sicurezza della regione mediterranea e mette in discussione l’equilibrio di potere all’interno dell’alleanza. “Stoltenberg ha tradito un principio fondamentale” ha dichiarato Crosetto, aggiungendo che la scelta è “un segnale di mancanza di rispetto per il ruolo dell’Italia”. Le tensioni tra i due leader non sono una novità, ma questa recente mossa ha esacerbato le frizioni.

Crosetto Nato scontro con Stoltenberg
Guido Crosetto. Foto Ansa/Ettore Ferrari

Le implicazioni per la NATO

Le tensioni tra Italia e NATO potrebbero avere ripercussioni significative sulla coesione dell’alleanza. L’Italia è un membro chiave della NATO, con una posizione strategica nel Mediterraneo e un impegno significativo nelle operazioni di sicurezza della regione. L’esclusione dell’Italia dalla nomina per il Fronte Sud potrebbe indebolire la collaborazione all’interno dell’alleanza e complicare le operazioni future.

La risposta di Stoltenberg

Jens Stoltenberg, da parte sua, ha difeso la sua decisione, sottolineando che la nomina di rappresentanti nazionali è basata su un processo di selezione rigoroso e imparziale. “La scelta della Spagna riflette il suo impegno crescente nella regione e la sua capacità di contribuire alla sicurezza collettiva” ha affermato Stoltenberg. Tuttavia, queste spiegazioni non sono riuscite a placare le preoccupazioni italiane.

Jens Stoltenberg Nato Italia
Jens Stoltenberg. Foto Ansa/Epa Chris Cleponis

Il futuro della collaborazione

Nonostante le tensioni attuali, la cooperazione tra l’Italia e la NATO rimane essenziale per la stabilità della regione mediterranea. Crosetto ha espresso la speranza che queste divergenze possano essere risolte attraverso il dialogo e ha sottolineato la necessità di rafforzare i legami all’interno dell’alleanza.

“L’Italia continuerà a svolgere un ruolo chiave nella NATO, ma è essenziale che il nostro contributo venga riconosciuto e rispettato” ha affermato il ministro italiano. La questione rimane aperta, con entrambe le parti che lavorano per trovare un terreno comune e superare le divergenze attuali. Questa vicenda evidenzia le sfide interne che la NATO deve affrontare per mantenere l’unità tra i suoi membri. Mentre l’alleanza continua a confrontarsi con minacce esterne, è fondamentale che i paesi membri lavorino insieme per risolvere le dispute interne e rafforzare la loro collaborazione.

Da parte sua il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha commentato la decisione del segretario uscente della NATO Jens Stoltenberg di affidare allo spagnolo Javier Colomina l’incarico di rappresentante speciale per i rapporti con i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo, creato su proposta di Roma. “Mi auguro che la scelta del prossimo segretario generale della NATO” – che dal 1° ottobre sarà l’olandese Mark Rutte – “sia più equilibrata e rispettosa delle richieste italiane“, ha detto Tajani.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio