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Commissione europea, ritratto dei presidenti più influenti

Da Jacques Delors a Ursula von der Leyen ecco chi sono le principali figure che hanno costruito l'autorevolezza del 'potere esecutivo' dell'Unione dei 27

La Commissione Europea è una delle principali istituzioni dell’Unione Europea, responsabile dell’attuazione delle politiche e del diritto comunitario. In pratica è l’esecutivo, mentre il potere legislativo appartiene al Parlamento europeo. I presidenti della Commissione Europea hanno avuto un ruolo cruciale nel plasmare l’Unione europea così come la conosciamo oggi. Di seguito riportiamo una panoramica dei principali presidenti della Commissione e dei loro più significativi contributi all’azione comunitaria degli Stati membri.

Walter Hallstein (1958-1967)

Walter Hallstein fu il primo presidente della Commissione della Comunità Economica Europea, istituzione che ha storicamente preceduto la Commissione Europea. Durante il suo mandato, Hallstein lavorò per la creazione di un mercato comune e promosse l’integrazione economica tra gli Stati membri. Il suo impegno portò alla firma del Trattato di Roma nel 1957, che istituì la CEE.

Delors Commissione Ue
Jacques Delors. Foto X @EnricoLetta

Jacques Delors (1985-1995)

Jacques Delors è stato uno dei presidenti più influenti della storia della Commissione Europea. Sotto la sua guida, l’Atto Unico Europeo del 1986 e il Trattato di Maastricht del 1992 furono firmati, aprendo la strada alla creazione dell’Unione Europea e alla moneta unica, l’euro. Delors è noto per la sua visione di un’Europa unita e per aver rafforzato le istituzioni europee.

Romano Prodi (1999-2004)

Romano Prodi, ex primo ministro italiano, divenne presidente della Commissione Europea nel 1999. Durante il suo mandato, Prodi supervisionò l’introduzione dell’euro come valuta fisica nel 2002 e l’allargamento dell’Unione Europea nel 2004, con l’adesione di 10 nuovi Stati membri. Prodi lavorò anche per rafforzare le politiche esterne dell’Ue.

José Manuel Barroso (2004-2014)

L’ex primo ministro portoghese José Manuel Barroso guidò la Commissione Europea per due mandati consecutivi. Sotto la sua presidenza, la Ue affrontò la crisi finanziaria globale del 2008 e la successiva crisi del debito sovrano. Barroso promosse misure di austerità e riforme strutturali per stabilizzare l’economia europea e mantenere l’unione monetaria.

Jean-Claude Juncker (2014-2019)

Jean-Claude Juncker, ex primo ministro del Lussemburgo, divenne presidente della Commissione nel 2014. Durante il suo mandato, l’Unione affrontò sfide significative come la crisi migratoria e il referendum sulla Brexit. Juncker promosse la solidarietà tra gli Stati membri e lavorò per rafforzare la coesione interna dell’Unione Europea.

Prodi presidente Commissione Ue
Romano Prodi. Foto Ansa/Ettore Ferrari

Ursula von der Leyen (2019-presente)

Ursula von der Leyen, la prima donna a presiedere la Commissione Europea, è in carica dal 2019. È stata appena rieletta ottenendo il voto di fiducia del parlamento europeo. Sotto la sua guida, l’Unione europea ha affrontato la pandemia di Covid-19 e ha lanciato il piano di ripresa Next Generation EU: un pacchetto di stimoli economici per sostenere la ripresa. Von der Leyen ha anche posto l’accento sulla transizione verde e digitale dell’Europa.

I presidenti della Commissione Europea hanno avuto un impatto duraturo sul corso dell’integrazione europea, guidando l’Unione attraverso periodi di cambiamento e crisi. Ogni presidente ha portato la propria visione e il proprio stile di leadership, contribuendo a plasmare l’Europa in una comunità più unita e forte. Il ruolo del presidente della Commissione Europea è cruciale per il funzionamento e l’evoluzione dell’Unione europea. Attraverso le loro decisioni e iniziative, questi leader hanno affrontato sfide complesse e hanno lavorato per promuovere la pace, la stabilità e la prosperità nel continente europeo.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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