I presidenti di Russia e Siria, Vladimir Putin e Bashar al Assad, si sono incontrati al Cremlino il 25 luglio: sul tavolo il tema del Medio Oriente. “Naturalmente sono molto interessato a sentire la sua opinione su come si sta evolvendo la situazione nella regione” ha dichiarato il capo del Cremlino. Putin ha quindi affermato, stando a Interfax, chein generale la situazione mostra purtroppo una tendenza al deterioramento“.

A quanto sembra Mosca intenderebbe svolgere un ruolo di mediazione fra la Siria e la Turchia in Medio Oriente. Ma il punto vero è la guerra. Come è noto, dopo il pogrom di stampo nazista che miliziani palestinesi del gruppo paramilitare e politico Hamas hanno compiuto in Israele il 7 ottobre 2023, la reazione di tel Aviv è stata violentissima. E dopo quasi 10 mesi di guerra l’esercito israeliano (Idf) ha polverizzato la Striscia di Gaza. Per stanare Hamas sono stati massacrati decine di migliaia di civili: donne e bambini in particolare. Una strage senza fine condannata dall’ONU e persino dagli Usa, i più importanti alleati di Israele, che però continuano a inviare armi a Tel Aviv. Il conflitto ora rischia di estendersi al Libano, contro il partito-esercito islamista di Hezbollah, molto più forte di Hamas, che l’Iran sostiene apertamente.

Foto Ansa/Epa Valery Sharifulin

Israele ritrova 5 ostaggi senza vita

Ma tornando a Gaza, emerge la notizia che l’esercito israeliano ha recuperato nelle ultime ore i corpi senza vita di 5 degli ostaggi rapiti il 7 ottobre. In un comunicato l’Idf ha elencato i loro nomi: Maya Goren, oltre ai soldati Ravid Aryeh Katz, Oren Goldin, Tomer Ahimas e Kiril Brodski. Le salme sono giunte in Israele, fa sapere l’esercito dello Stato ebraico.

I corpi dei 5 ostaggi sono stati recuperati dalla 98ª divisione dell’Idf in un tunnel a Khan Yunis. Decisive sono state “precise informazioni di intelligence” da parte dello Shin Bet, ottenute anche attraverso gli interrogatori di miliziani di Hamas catturati a Gaza. I cinque israeliani furono uccisi durante l’attacco del 7 ottobre e i loro corpi trascinati a Gaza.

Continueremo a combattere Hamas fino alla sua sconfitta. E siamo impegnati al ritorno a casa degli ostaggi” ha detto il ministro della difesa israeliano, Yoav Gallant. Gallant ha poi ringraziato l’Idf e le forze di sicurezza per aver portato a termine “l’importante missione di recupero“.

La guerra in Medio Oriente può allargarsi dalla Striscia di Gaza al Libano

Medio Oriente, una guerra regionale?

La guerra, come accennato, rischia però di estendersi ben oltre la Striscia di Gaza e di infiammare progressivamente tutto il Medio Oriente, a cominciare dal Libano, a nord di Israele. Gli Hezbollah libanesi, alleati di Hamas e dell’Iran, hanno rivendicato una serie di attacchi compiuti nelle ultime ore contro postazioni militari israeliane in Alta Galilea.

I media libanesi riferiscono di attacchi da parte di Hezbollah lungo la linea blu di demarcazione nei siti di Malkiya, Birket Risha e Hanita. Gli stessi media affermano che Hezbollah ha sparato razzi terra-aria contro jet militari israeliani che hanno a più riprese violato lo spazio aereo libanese.

Sono tutti brutti segnali, quelli che arrivano dal Medio Oriente, che vanno avanti da mesi e che non accennano a calare di intensità. Sul piano della diplomazia internazionale tutto sembra fermo. Il 24 luglio il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha tenuto un suo discorso iper patriottico, fra applausi e qualche protesta, davanti al Congresso degli Stati Uniti. Ma nulla cambierà nell’atteggiamento americano, almeno fino all’esito delle presidenziali del 5 novembre.