NewsPrimo piano

La sospensione di ‘Noos’ di Alberto Angela: la risposta della Rai

"Valorizzare meglio il programma" ed evitare lo scontro diretto con Temptation Island. Ma l'autore si rammarica

La recente sospensione del programma ‘Noos – L’avventura della conoscenza’ di Alberto Angela ha acceso un vivace dibattito tra il pubblico e i media. La decisione della Rai di posticipare la messa in onda del programma, previsto inizialmente per la prima serata estiva, ha suscitato polemiche e proteste, con molti che vedono in questa scelta un segno di declino della qualità culturale offerta dal servizio pubblico. 

La decisione della Rai

La Rai ha annunciato che la sospensione di Noos è stata presa per “valorizzare meglio il programma” e per evitare lo scontro diretto con Temptation Island, popolare reality show di Mediaset. Secondo quanto riportato, la decisione mira a garantire a Noos una collocazione più adatta nel palinsesto autunnale, quando l’audience potrebbe essere più ricettiva ai contenuti culturali.

Noos Alberto Angela stop trasmissione
Alberto Angela. Foto Ansa/Rai

Perché lo stop di Noos

La scelta di sospendere Noos ha sorpreso molti, considerando la fama di Alberto Angela come uno dei volti più apprezzati della divulgazione scientifica e culturale in Italia. Il suo era un programma dedicato alla scoperta e alla conoscenza, come nel suo stile, e ha rappresentato un faro di qualità in un panorama televisivo spesso dominato da programmi di intrattenimento leggero. Tuttavia, la concorrenza con Temptation Island, che ha dimostrato di attirare un vasto pubblico, ha spinto la Rai a riconsiderare la programmazione.

Le reazioni del pubblico

Queste almeno sono le motivazioni ufficiali. La reazione del pubblico non si è fatta attendere, con numerosi spettatori che hanno espresso il loro disappunto sui social media e tramite lettere aperte. Molti vedono in questa decisione un cedimento alle logiche dell’audience e un tradimento della missione educativa del servizio pubblico. Anche personalità di spicco del mondo della cultura hanno criticato la scelta, sottolineando l’importanza di programmi come Noos per la crescita culturale del Paese.

Alberto Angela Noos programma chiuso
Alberto Angela davanti alla targa dedicata al padre Piero a Palazzo Valentini a Roma. Foto Ansa/Fabio Frustaci

Le dichiarazioni di Angela

Alberto Angela ha risposto alle polemiche con un tono pacato ma fermo. In un comunicato, ha espresso il suo rammarico per la sospensione, ma ha anche sottolineato la sua fiducia nella Rai e nella capacità dell’azienda di trovare una collocazione adeguata per il programma. Angela ha ringraziato i telespettatori per il loro supporto e ha ribadito il suo impegno a continuare a promuovere la conoscenza e la cultura attraverso i suoi programmi.

La Rai, dal canto suo, ha difeso la decisione, spiegando che il rinvio di Noos non rappresenta una bocciatura del programma, ma piuttosto un tentativo di garantire che il contenuto possa raggiungere il più ampio pubblico possibile. La rete ha ribadito il suo impegno verso la qualità e la diversificazione dell’offerta televisiva, promettendo che Noos tornerà in una posizione di rilievo nel palinsesto autunnale.

La Tv pubblica dopo Noos

La sospensione del programma di Alberto Angela solleva importanti questioni sul futuro della televisione pubblica in Italia. La tensione tra la necessità di attrarre grandi numeri di spettatori e la missione educativa e culturale del servizio pubblico è al centro di un dibattito più ampio sulla direzione che la Rai dovrebbe prendere. La speranza è che decisioni come questa non diventino la norma, e che programmi di alta qualità come Noos trovino sempre lo spazio che meritano.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio