A sinistra lo stilista Pierluigi Tricò, a destra Audrey Hepburn in vacanza in look Tricò, Courtesy of Andrea Scazzola
Una grave perdita nel mondo della moda: ci ha lasciato giorni fa Pierluigi Scazzola, in arte Tricò. Lo stilista delle dive aveva dato lustro alla Capitale vestendo le donne più belle e affascinanti del mondo.
I suoi abiti avevano conquistato personalità del calibro di Jacqueline Kennedy, Audrey Hepburn, Lauren Bacall, Claudia Cardinale, Allegra Agnelli, le regine di Grecia, Belgio, Danimarca.
Trico’, ovvero il marchio che diventa una prima autonoma boutique nel 1961 con l’apertura dell’atelier a Via Gianturco, che da quel primo salotto del Flaminio con l’arazzo vola sulla pelle delle donne più belle e famose del mondo a segnarne le curve con eleganza e personalità, coniugando trasgressiva innovazione a semplicità classica. Ed è proprio Andrea Scazzola in un’intervista esclusiva rilasciata a VelvetMAG tempo fa a raccontarci dell’illustre zio:
“Pierluigi fin dai banchi del Convitto Nazionale, nota scuola romana, aveva questa sua grande passione del disegno, sognava di essere uno stilista. Questa aspirazione ad un certo momento della sua vita diventa irrefrenabile al punto da licenziarsi dalla sua occupazione per intraprendere un’avventura nella moda. Ed è un successo, a due anni dalla nascita della società, sfila alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, a Palazzo Barberini, a Palazzo Pitti a Firenze, a Parigi e Los Angeles. La sua moda arriva persino nelle vetrine di Harrod’s e a New York. Mia moglie ha raccolto le testimonianze di quegli anni. Il nostro non è un libro di storia della moda, ma è un volume che mette in luce l’Italia dall’occupazione nazista e dal dopoguerra, fino al boom economico degli Anni Ottanta.”
La contessa Consuelo Crispi, che era una vera e propria trend setter nella Roma degli Anni Sessanta, divenne ben presto la testimonial del brand. Dopo di lei persino la celebre giornalista di moda, Irene Brin, volle portare Tricò a sfilare a Parigi, e da lì in poi la couture del designer romano ebbe una visibilità enorme, al punto di attirare persino Jacqueline Kennedy.
“Jackie arrivò su una limousine nel nostro atelier di via Mancini a sorpresa grazie a due clienti di mio zio.”- racconta in esclusiva a VelvetMAG Andrea Scazzola- “Nel 1960 la Kennedy era davvero la donna più moderna ed elegante del mondo. Nel palazzo con gli stucchi ed i decori, dove aveva sede la boutique, c’era un ascensore che si attivava inserendo una monetina. C’è un aneddoto divertente che raccontiamo nel libro che riguarda proprio la visita di Jacqueline. Appena arrivò non partiva l’ascensore e mio zio diede una colpo sulla cassettina delle monete per farlo azionare e cominciare a salire. La faccia di Jackie fu a dir poco stupita, ma nonostante ciò acquistò da noi due abiti neri che, in tempi brevissimi, prima della partenza della First Lady dall’Italia, l’atelier li confezionò e li consegnò in ambasciata.”
Addio Pierluigi Tricò interprete eccellente del Made in Italy nel mondo.
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