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Olimpiadi, Angela Carini abbandona il ring: una sconfitta fra le lacrime

Dopo un colpo da ko e soli 45 secondi dall'inizio del match la pugile italiana ha dato forfait

Angela Carini, pugile della boxe femminile italiana alle Olimpiadi di Parigi 2024, si è ritirata in lacrime dopo 45 secondi dall’inizio del match contro Imane Khelif. Questo incontro ha scatenato polemiche a causa della presunta superiorità fisica della pugile algerina.

Il crollo di Angela Carini

Angela Carini, una delle stelle nascenti della boxe italiana, è arrivata alle Olimpiadi di Parigi 2024 con grandi aspettative. Dopo anni di allenamenti e sacrifici, la giovane atleta campana era determinata a portare a casa una medaglia per l’Italia. Tuttavia, il suo percorso olimpico ha preso una piega inaspettata durante l’incontro contro Imane Khelif.

Angela Carini Italia boxe femminile Olimpiadi
Imane Khelif e Angela Carini (a destra). Foto Ansa/Ciro Fusco

Il match contro Khelif

L’incontro tra Carini e Khelif era uno dei più attesi, non solo per l’abilità delle atlete ma anche per le controversie che lo circondavano. Khelif, infatti, è stata al centro di polemiche riguardanti il suo livello di testosterone. Alcuni hanno sollevato dubbi sulla sua idoneità a competere nella categoria femminile.

Dopo soli 45 secondi dall’inizio del match, Angela Carini ha deciso di ritirarsi, visibilmente sofferente e in lacrime. La decisione è arrivata dopo aver subito un duro colpo al naso che l’ha costretta ad abbandonare il ring. “Non ho mai preso un pugno così forte” ha dichiarato l’atleta italiana, giustificando la sua scelta.

Reazioni e Polemiche

Il ritiro di Carini ha scatenato un’ondata di reazioni. Alcuni hanno espresso solidarietà per la giovane pugile, lodando il suo coraggio di fronte a una sfida così difficile. Altri, invece, hanno criticato la presenza di Khelif nella competizione femminile, sostenendo che la pugile algerina avesse un vantaggio ingiusto. Ad alimentare la polemica sono arrivate dichiarazioni di politici e figure pubbliche italiane.

Il ministro dello sport italiano, Andrea Abodi, ha chiesto una revisione delle regole per garantire competizioni eque, mentre altri hanno accusato il Comitato Olimpico Internazionale di non aver gestito correttamente la situazione. Del resto la pugile algerina non aveva potuto partecipare ai Mondiali di boxe femminile del 2023 perché le avevano trovato livelli alti di testosterone e per questo l’organizzazione l’aveva esclusa. Ma il Comitato Olimpico Internazionale ha invece stabilito che Khelif poteva regolarmente disputare il torneo femminile di boxe a Parigi 2024.

Boxe femminile Italia Angela Carini
Foto Ansa/Ciro Fusco

Il futuro di Angela Carini

Diversi esperti di boxe hanno ponderato con attenzione l’accaduto, offrendo varie interpretazioni. Alcuni hanno suggerito che Carini avrebbe potuto continuare il match se avesse avuto una preparazione mentale migliore per affrontare avversarie fisicamente più forti. Altri hanno elogiato la sua decisione di ritirarsi, sottolineando l’importanza della salute degli atleti.

Nonostante la delusione, Angela Carini ha dichiarato di non voler abbandonare la boxe. Determinata a migliorarsi, ha promesso di tornare più forte di prima. Tuttavia, il suo futuro nel mondo dello sport rimane incerto, in attesa di decisioni regolamentari che potrebbero cambiare il volto delle competizioni femminili.

Il ritiro della boxeur dalle Olimpiadi di Parigi 2024 rimarrà un episodio controverso nella storia della boxe femminile. Mentre le polemiche continuano, la giovane atleta italiana rappresenta un simbolo di determinazione e resilienza. Il mondo dello sport attende con ansia di vedere come evolveranno le regole e le competizioni per garantire che ogni atleta possa gareggiare in condizioni di parità e sicurezza.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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