Venezuela, morti e centinaia di arresti dopo la rielezione di Maduro
Almeno 11 persone hanno perso la vita e 700 sono state portate via dalla polizia. Il presidente-dittatore sarebbe stato rieletto a suon di brogli
In Venezuela, la rielezione di Nicolás Maduro alla presidenza della Repubblica ha scatenato intense proteste. In tanti considerano Maduro un dittatore che ha impoverito il Paese in un decennio di potere assoluto. Finora, dalle elezioni del 28 luglio, si contano già almeno 11 morti e centinaia di arresti. Le opposizioni accusano il presidente di frode elettorale e repressione violenta delle manifestazioni.
Venezuela, elezioni contestate
Le elezioni presidenziali in Venezuela sono state ampiamente criticate per presunti brogli e irregolarità. Molti osservatori internazionali e gruppi di opposizione hanno denunciato una mancanza di trasparenza e di correttezza nel processo elettorale. Il Carter Center, un’organizzazione indipendente che monitora le elezioni, ha dichiarato di non poter verificare i risultati a causa della mancanza di accesso adeguato ai dati elettorali.
A livello di risultati ufficiali il Consiglio elettorale nazionale ha annunciato che il presidente uscente “ha ottenuto 5.150.092 voti, ovvero il 51,2%. Mentre il suo diretto avversario, Edmundo Gonzalez Urrutia, ne ha ottenuti 4.445.978, ovvero il 44,02%“. L’affluenza alle urne è stata del 59%. L’opposizione ha però appunto subito denunciato irregolarità, fino a sostenere di aver vinto con il 70% dei consensi. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha espresso seri dubbi sull’andamento della consultazione elettorale.
Proteste e repressione
Dopo l’annuncio della vittoria di Maduro, migliaia di cittadini sono scesi in piazza per protestare contro quello che considerano un furto elettorale. Le manifestazioni, inizialmente pacifiche, sono rapidamente degenerate in scontri violenti. A Caracas e in altre città del paese, le forze di sicurezza hanno risposto con durezza, utilizzando gas lacrimogeni, proiettili di gomma e, in alcuni casi, munizioni vere per disperdere i manifestanti.
Il bilancio delle vittime è pesante: almeno 11 persone hanno perso la vita e altre centinaia sono rimaste ferite negli scontri. Gli arresti sono stati numerosi, con oltre 700 persone detenute, tra cui molti leader dell’opposizione e attivisti.
La comunità internazionale ha reagito con preoccupazione alle notizie provenienti dal Venezuela. Numerosi paesi e organizzazioni internazionali hanno condannato la violenza e chiesto a Maduro di garantire il rispetto dei diritti umani e delle libertà democratiche. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali esprimendo solidarietà con il popolo venezuelano e chiedendo un’indagine indipendente sulle elezioni e sulla repressione delle proteste.
Il Venezuela in crisi
La crisi politica in Venezuela si inserisce in un contesto di grave crisi economica e sociale. Il Paese latinoamericano sta affrontando una carenza cronica di beni di prima necessità, iperinflazione e un alto tasso di disoccupazione. Molti venezuelani stanno lasciando la propria casa e la propria famiglia in cerca di migliori condizioni di vita all’estero.
È da anni in corso una gravissima crisi migratoria nella regione, con trasferimenti in direzione degli Stati Uniti, dove però la polizia di frontiera respinge le persone, in vari casi anche con estrema durezza. Molti – famiglie intere – muoiono nel tentativo di raggiungere gli Usa. La rielezione di Nicolás Maduro ha dunque portato il Venezuela in una nuova fase di tensione e violenza. Le proteste contro il presunto broglio elettorale e la dura repressione delle manifestazioni hanno evidenziato la profonda spaccatura nella società venezuelana.