La cannabis light diventa illegale, la stretta del Governo fa infuriare le opposizioni
Secondo il Centrosinistra 11mila persone rischiano di perdere il posto di lavoro e 3mila aziende agricole rischiano di chiudere
Le commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera dei deputati hanno varato un giro di vite sulla cannabis nell’ambito del disegno di legge Sicurezza, giovedì 1 agosto. Le nuove norme rendono di fatto illegale la cosiddetta cannabis light (leggera) perché la equiparano alla cannabis contenente THC, ovvero uno dei maggiori e più noti principi attivi di questa sostanza.
Questa decisione ha provocato una serie di reazioni negative da parte di operatori del settore, agricoltori, e associazioni di categoria. La nuova legge potrebbe avere un impatto significativo sull’industria della canapa legale in Italia, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro e sollevando preoccupazioni sulle conseguenze economiche e sociali. La cannabis light è legale in Italia dal 2016. All’epoca si trattò di fornire un’alternativa legale e sicura ai consumatori, grazie ai livelli molto bassi di Thc in essa contenuta. La coltivazione e la vendita della “light” sono regolate da normative specifiche che ne permettono l’uso per scopi industriali e commerciali. Ma adesso il ddl Sicurezza fortemente voluto dalla maggioranza di Centrodestra rischia di cambiare radicalmente questo scenario.
Cannabis, emendamento al ddl
L’emendamento approvato nella notte del 1 agosto 2024 equipara la cannabis light agli stupefacenti, vietandone la coltivazione e la vendita. Il Governo Meloni e la maggioranza formata da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia giustifica tutto ciò con la necessità di proteggere i giovani dai potenziali rischi legati all’uso di queste sostanze. Tuttavia, molte voci critiche sostengono che alla base della decisione vi siano ragioni più politiche e partitiche che di ordine scientifico. Tra gli effetti immediati di questa nuova normativa – se non sarà cambiata – è prevedibile che ci sarà la perdita di parecchi posti di lavoro. Secondo le stime, circa 11mila persone potrebbero perdere il proprio impiego nel settore della cannabis light. Inoltre, circa 3mila aziende agricole rischiano di chiudere.
Reazioni e Proteste
Come sopra accennato, l’approvazione dell’emendamento sulla cannabis ha scatenato una serie di proteste da parte di operatori del settore, agricoltori, e associazioni di categoria. Coldiretti, una delle principali associazioni agricole italiane, ha dichiarato che la decisione del Governo è un duro colpo per un settore che aveva investito in innovazione e sostenibilità.
Anche le opposizioni politiche hanno espresso forte dissenso, accusando il governo di voler distruggere un settore in crescita per motivi ideologici. Gli esperti di salute pubblica hanno sollevato preoccupazioni riguardo all’impatto che questa nuova normativa potrebbe avere sulla salute dei consumatori. La criminalizzazione della cannabis light potrebbe portare ad un aumento del ricorso al mercato nero e alla diffusione di prodotti non controllati e potenzialmente pericolosi. Inoltre, potrebbe ridurre l’accesso a prodotti sicuri e di qualità per coloro che utilizzano la cannabis light per scopi terapeutici.
La risposta del Governo
Il Governo di Giorgia Meloni, dal canto suo, ha difeso il suo progetto anti-cannabis, fedelmente eseguito senza colpo ferire dalla maggioranza di Centrodestra alla Camera dei deputati. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha dichiarato che il ddl Sicurezza rappresenta un passo importante nella lotta contro la droga e nella protezione delle giovani generazioni.
La nuova stretta sulla cannabis light non è ancora definitiva. Ma di certo si avvicina a esserlo. Le conseguenze economiche, sociali e sanitarie di questa decisione saranno visibili nei prossimi mesi, mentre il settore cercherà di adattarsi a un nuovo contesto normativo. Intanto, le proteste continuano e il dibattito pubblico resta acceso: la questione è tutt’altro che risolta.