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Macron e Castéra, quel bacio di troppo che spacca la Francia

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Un bacio forse troppo affettuoso fra il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, e la ministra dello Sport, Amélie Oudéa-Castéra, sta facendo molto discutere Oltralpe nei giorni delle Olimpiadi di Parigi. Il bacio risale proprio alla cerimonia inaugurale di Parigi 2024 e ormai da una settimana il controverso scatto dell’Agence France Presse (AFP) continua a far scrivere i periodici di gossip e a provocare reazioni di ogni tipo sui social media.

Si sa, i politici hanno una vita da privilegiati, per molti aspetti, ma devono pagare un prezzo non indifferente: la fine della riservatezza personale. Nello scatto, si vede la Oudéa-Castéra abbracciare il presidente subito dopo la conclusione della cerimonia. Un appuntamento col mondo intero che da mesi teneva tutti con il fiato sospeso in Francia, soprattutto per i rischi di attentati terroristici. Ebbene, la ministra non si è limitata un asettico abbraccio ‘istituzionale’ ma ha stretto a sé Macron con una mano sul collo e lo ha baciato vicino all’orecchio destro.

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Foto AFP

Una ministra ingombrante

A destra della ‘coppia’, il premier Gabriel Attal che guarda verso la direzione opposta, come non volesse vedere. Controversa ministra dello Sport, Amélie Oudéa-Castéra è ora dimissionaria come tutto il Governo francese, a seguito delle elezioni legislative del 30 giugno scorso. Si era già attirata polemiche e ironie sul web dopo essersi tuffata nella Senna prendendo in velocità la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo. Le foto la immortalavano con una specie di muta integrale e una cuffia fissata sui capelli. Mentre si avvicinava al bordo della banchina della Senna per tuffarsi, la ministra era però goffamente scivolata davanti alle telecamere. Ma non aveva rinunciato a tuffarsi, e a farsi riprendere mentre faceva qualche bracciata a stile libero nel fiume.

Chi è Oudéa-Castéra

La domanda che continua a interrogare il popolo del web è chi sia davvero Amélie Oudéa-Castéra. La ministra è nata nell’aprile 1978 a Parigi, figlia di un funzionario e di una direttrice delle risorse umane. Il suo cognome da nubile è Castéra: Oudéa è quello del marito. Durante la sua adolescenza, Castéra fu una vera e propria speranza del tennis francese, tanto che raggiunse livelli juniores molto alti.

Castéra col premier francese Attal. Foto X @GAttalActu

Nel 1992 vinse la categoria under 14 dell’Orange Bowl, un torneo che spesso consacra le star del futuro. Fra i campioni di tennis che lo vinsero ci sono stati anche Roger Federer, Andy Roddick, Bjorn Bjorg e Caroline Wozniacki. L’anno successivo raggiunse la semifinale degli US Open juniores, bissando il successo nel 1994 al Roland Garros e a Wimbledon. Inoltre, è stata tre volte campionessa nazionale tra i giovani. Negli stessi anni in cui segnava trionfi tra i juniores, muoveva anche i primi passi tra i grandi. Nel 1994 le fu garantita una wildcard per il tabellone principale del Roland Garros, dove però si dovette arrendere alla numero 17 del mondo Sabine Appelmans.

La sua carriera politica

Il passaggio alle categorie ‘adulte’, non dando i risultati sperati, costrinse Castéra a ritirarsi prematuramente nel 1996, dopo un’ultima partita di doppio con Amélie Mauresmo. Castéra pose quindi le basi per la sua carriera politica come funzionaria statale. Nel 2004 si è diplomata alla celebre Scuola nazionale d’amministrazione (Ena), per poi ottenere un posto alla Corte dei conti, dove si è occupata di redigere i report sul budget statale. Nel giro di qualche anno è stata assunta come direttrice marketing della compagni assicurativa Axa. Nel settembre del 2022, Castéra è diventata ministra dello Sport nel Governo di Elisabeth Borne. E nel gennaio 2024 il primo ministro Gabriel Attal l’ha ‘premiata’ mettendola a capo anche dei ministeri di Istruzione, Giovani e Giochi Olimpici.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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