Secondo il giornalista americano e premio Pulitzer, Seymour Hersh, nonché fautore dello scoop riguardo il sabotaggio di Nord Stream 2. Che escludeva già in tempi non sospetti la responsabilità russa e puntava il dito sui servizi segreti ucraini ed americani. Dietro il ritiro alla Casa Bianca di Joe Biden, vi sarebbe lo zampino dell’ex presidente USA, Barack Obama.
Uno dei padri del giornalismo di inchiesta USA come Seymour Hersh, svela tutti i retroscena dietro l’annuncio del ritiro di Joe Biden. Il suo rapporto, basato sulle informazioni di un alto funzionario di Washington, spiega il ruolo chiave svolto da Barack Obama, che ancora tesse le fila dietro le quinte delle sorti del partito democratico. L’ex presidente USA infatti, in accordo con Kamala Harris, sarebbe stato l’ago della bilancia nella scelta di Biden. Minacciandolo di ricorrere al 25esimo emendamento se necessario, in caso di un suo mancato ritiro.
Obama e l’accordo con Kamala Harris: l’ultimatum a Biden
Seymour Hersh non smette di sorprendere, portando avanti oggi con coraggio e determinazione un essenziale e vitale giornalismo d’inchiesta. L’ultimo scoop, riguardava il sabotaggio del gasdotto Nord Stream 2, che gli ucraini affibbiarono prontamente ai russi. Ma Seymour Hersh avvertì al contrario del coinvolgimento dell’intelligence ucraina con l’appoggio di Washington. Una notizia che successivamente è stata confermata dalla stessa Casa Bianca, che ha fatto un gigantesco dietrofront sulle accuse a Mosca. Dimostrando davanti agli occhi di tutto il mondo, l’esistenza di una propaganda tutta filo-occidentale pronta a insabbiare e sfruttare le notizie a proprio vantaggio. E l’ultima succulenta inchiesta del premio Pulitzer, farebbe luce sul ritiro last minute di Joe Biden. Facendo emergere un quadro tutt’altro che armonico del Partito Democratico USA.
Secondo quando riportato a Seymour Hersh da un alto funzionario di Washington, dietro il ritiro di Biden si nasconderebbe l’intervento essenziale di Barack Obama. Che avrebbe minacciato Biden di ricorrere al 25esimo emendamento in caso di un suo mancato ritiro. L’emendamento in questione prevede la deposizione del Presidente USA in carica in caso di malattia o inabilità manifesta. Obama dunque avrebbe informato Biden di avere il potere politico per interdirlo e porre Kamala Harris, in quanto vice presidente, al comando, per farlo uscire dalla corsa alla Casa Bianca. Cruciale infatti sarebbe stato il confronto TV con Donald Trump a Las Vegas, per convincere larga parte dell’élite del partito democratico dell’impossibilità della candidatura di Biden.
Biden non ha avuto scelta: la cerchia degli oppositori nel partito
La potente cerchia di oppositori di Biden all’interno del partito prevederebbe leader del calibro di Nancy Pelosi, Chuck Schumer, Hakeem Jeffries, e ovviamente Kamala Harris. Che secondo la fonte di Hersh, in accordo con Obama, si sarebbe detta favorevole al possibile ricorso al 25esimo emendamento ai danni del presidente USA. Questa inchiesta implica delle importantissime considerazioni. Prima di tutto porta alla luce il ruolo più che determinante che gioca ancora l’ex presidente Obama dietro le quinte, e la sua influenza oggi sull’agenda del partito democratico. E soprattutto smentisce definitivamente la tesi mediatica che vedeva il presidente Joe Biden compiere “generosamente” un passo indietro a favore della Harris. Piuttosto Biden non ha avuto scelta, e una cerchia molto ristretta all’interno del suo partito ha deciso per lui.