NewsPrimo piano

Crollo di un seracco sul Monte Bianco: un morto, 4 feriti e due dispersi

Tragedia nella notte fra il 4 e il 5 agosto. Fra le cause gli effetti dei cambiamenti climatici

Nella notte del 5 agosto 2024 un seracco del Monte Bianco è crollato causando una tragedia che ha colpito duramente la comunità degli alpinisti. L’incidente, avvenuto sul versante francese del massiccio più alto d’Europa, ha provocato la morte di un alpinista e il ferimento di altri quattro. Tra i feriti, uno si trova in condizioni critiche. Le squadre di soccorso sono al lavoro per ritrovare due alpinisti dispersi.

Monte Bianco, cosa è successo

Il crollo è avvenuto quando era ancora buio, mentre numerosi alpinisti stavano scalando il versante del Mont du Tacul, una delle vie classiche per raggiungere la cima del Monte Bianco. Il distacco del seracco ha travolto un gruppo di 15 persone. Le squadre di soccorso alpine francesi e italiane sono intervenute tempestivamente, utilizzando elicotteri e unità di terra per raggiungere la zona del disastro. Gli alpinisti feriti sono stati trasportati in ospedale mentre le ricerche dei dispersi continuano senza sosta. La difficoltà delle operazioni è aggravata dalle condizioni meteorologiche e dalla pericolosità del terreno.

Monte Bianco seracco crollato
Foto X @aostasera

Il capo del Soccorso vivo per miracolo

Paolo Comune, direttore del Soccorso Alpino della Valle d’Aosta, scampato per pochi minuti al crollo del seracco sul Monte Bianco, ha raccontato: “Eravamo appena passati da quel punto quando abbiamo sentito un rumore fortissimo, come uno schiocco. In pochi secondi, il ghiaccio ha iniziato a cadere ovunque. È stato terrificante.” Le testimonianze degli alpinisti confermano la rapidità con cui l’evento si è verificato, lasciando poco tempo per reagire e mettersi in salvo. La maggior parte delle vittime sono state colpite dai blocchi di ghiaccio durante la discesa, una delle fasi più delicate e pericolose delle scalate in alta montagna.

Monte Bianco, le cause del crollo

Le cause del crollo del seracco su Bianco sono ancora oggetto di indagine, ma gli esperti del settore alpinistico e glaciologico attribuiscono questi eventi alla combinazione di fattori climatici e geomorfologici. Il riscaldamento globale sta causando il ritiro dei ghiacciai e la destabilizzazione delle masse di ghiaccio, rendendo i seracchi particolarmente vulnerabili.

Il professor Luca Mercalli, climatologo e presidente della Società Meteorologica Italiana, ha spiegato: “Il cambiamento climatico sta accelerando il processo di fusione dei ghiacciai. Le temperature più elevate indeboliscono le strutture di ghiaccio, aumentando il rischio di crolli improvvisi come quello accaduto sul Monte Bianco.”

Direttore soccorso alpino Valle d'Aosta
Il direttore del Soccorso Alpino valdostano, Paolo Comune, scampato alla tragedia assieme a 2 finanzieri per pochi minuti. Foto X @TgrRaiVdA

La sicurezza in alta montagna

La sicurezza in montagna è una preoccupazione crescente per le autorità e le comunità alpinistiche. Le guide alpine e le associazioni di alpinisti raccomandano sempre maggiore prudenza e consapevolezza dei rischi legati alle escursioni in alta quota. Il crollo di un seracco, come quello accaduto sul Monte Bianco, può avvenire senza preavviso. Ciò rende fondamentale l’adozione di misure preventive e l’aggiornamento continuo sulle condizioni meteo e glaciologiche.

La comunità alpinistica internazionale ha espresso il suo cordoglio per le vittime del crollo del seracco sul Monte Bianco. Numerosi messaggi di solidarietà e vicinanza sono giunti alle famiglie delle vittime e ai feriti. Gli esperti del settore stanno ora valutando nuove strategie per prevenire tali tragedie in futuro, incluso il monitoraggio più rigoroso delle condizioni dei ghiacciai e la revisione dei percorsi alpinistici.

Il crollo del seracco sul Monte Bianco rappresenta inoltre un doloroso promemoria dei pericoli insiti nell’alpinismo e delle sfide crescenti poste dal cambiamento climatico. Le operazioni di soccorso continuano, nella speranza di trovare i due alpinisti dispersi e di prevenire ulteriori tragedie in una delle montagne più iconiche e amate del mondo.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio