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L’Ucraina: “Abbiamo affondato un sottomarino russo in Crimea”

Il Cremlino non ha smentito la notizia e ciò avvalora quanto afferma Kiev

Il conflitto tra Russia e Ucraina ha visto un nuovo drammatico sviluppo con l’annuncio da parte di Kiev dell’affondamento di un sottomarino russo nel porto di Sebastopoli, in Crimea. Secondo le dichiarazioni delle autorità ucraine, il sottomarino russo, noto col nome di ‘Rostov sul Don’, è stato colpito mentre si trovava ancorato nel porto di Sebastopoli.

Questo sottomarino faceva parte della flotta russa del Mar Nero ed era noto per la sua capacità di lanciare missili da crociera Kalibr, un’arma sofisticata e pericolosa per le forze ucraine. La Russia, fin dall’inizio della guerra in Ucraina (24 febbraio 2022), ha subito perdite significative per ciò che riguarda le sue navi da guerra sul Mar Nero.

Sottomarino russo affondato in Crimea
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Il sottomarino ‘Rostov sul Don’

Il Rostov sul Don, identificato con il codice B-237, è un sottomarino classe Kilo, noto per la sua silenziosità e per la sua capacità di operare in acque poco profonde. Equipaggiato con missili da crociera Kalibr, rappresentava una minaccia significativa per le infrastrutture e le forze militari ucraine. La sua distruzione rappresenta quindi una vittoria tattica notevole per Kiev, che continua a lottare per la riconquista dei territori occupati dalla Russia.

La reazione di Mosca

Fino a ora Mosca non ha rilasciato commenti ufficiali sull’accaduto. Non ha cioè smentito la notizia della perdita del sottomarino. Tuttavia, esperti militari ritengono che la perdita del sottomarino – che sembra certa – potrebbe portare a una dura risposta delle forze russe, già sotto pressione a causa delle recenti controffensive ucraine. La mancanza di una smentita immediata potrebbe indicare che il danno subito è significativo e che la Russia sta valutando attentamente le prossime mosse.

Sottomarino, implicazioni strategiche

L’affondamento del sottomarino russo ha diverse implicazioni strategiche:

  • Impatto sulla flotta del Mar Nero: La perdita di uno dei sottomarini più avanzati riduce la capacità offensiva della Russia nel Mar Nero, un’area critica per le operazioni militari russe.
  • Morale delle truppe: Questo successo potrebbe aumentare il morale delle forze ucraine e della popolazione, dimostrando che Kiev è in grado di infliggere danni significativi alle forze russe.
  • Reazione internazionale: L’episodio attirerà sicuramente l’attenzione internazionale, potenzialmente influenzando il sostegno militare e politico all’Ucraina da parte dei suoi alleati occidentali.
Zelensky affondamento sottomarino russo
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky (a sinistra) ispeziona la costruzione di fortificazioni. Foto Ansa/Epa Presidenza ucraina

Centinaia di migliaia di morti

La guerra aperta fra Russia e Ucraina è cominciata il 24 febbraio 2022 con l’invasione delle truppe di Putin nel territorio di Kiev. Ma in realtà il conflitto, sia pure a ‘bassa intensità’ era iniziato nel 2014 con l’annessione unilaterale della Crimea da parte della Russia, seguita dall’insorgenza di gruppi separatisti filorussi nell’Ucraina orientale. Da due anni e mezzo a questa parte tutto è degenerato. Dal momento dell’invasione russa a oggi si calcola che in Ucraina siano morti centinaia di migliaia di soldati sia russi che ucraini. Sono migliaia – forse decine di migliaia – i civili uccisi.

Quando finirà la guerra?

Il futuro del conflitto rimane incerto. La fine della guerra non si intravede neppure in lontananza. Se da un lato l’Ucraina dimostra di poter colpire duramente le forze russe, dall’altro la Russia ha mostrato una resilienza notevole e una capacità di risposta altrettanto formidabile. Le prossime settimane saranno cruciali. L’affondamento del sottomarino non comporta di certo un’incrinatura, semmai un’ulteriore aggravamento della guerra. S’innescheranno attacchi e contrattacchi, a meno che non intervengano seri negoziati di pace fra Mosca e Kiev. Ma sul breve termine ciò sembra improbabile.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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