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Nuova tassa di soggiorno, fino a 25 euro negli alberghi di lusso

La proposta del Governo divide l'opinione pubblica. Le strutture interessate si ribellano: "Così i turisti scappano"

L’esecutivo Meloni ha recentemente annunciato l’intenzione di introdurre una nuova tassa di soggiorno per i turisti, con importi che potrebbero arrivare fino a 25 euro per notte negli alberghi di lusso. Questa misura, che è ancora in fase di discussione, mira a incrementare le entrate comunali e a fornire ulteriori fondi per il miglioramento delle infrastrutture turistiche e dei servizi.

Cosa prevede la nuova tassa

L’ipotesi attualmente sul tavolo prevede un incremento significativo dell’imposta di soggiorno nelle strutture ricettive di alta gamma. Gli ospiti degli hotel a cinque stelle potrebbero dover pagare fino a 25 euro per notte, un aumento considerevole rispetto alle tariffe attuali. Questo aumento riguarderebbe principalmente le città ad alta densità turistica, come Roma, Firenze, Venezia e Milano, ma potrebbe essere esteso anche ad altre località.

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Il Governo vorrebbe introdurre una nuova maxi tassa a carico dei turisti

L’impatto sulle città turistiche

Le città che accoglieranno questa nuova tassa sperano di raccogliere fondi significativi per sostenere il settore turistico, che soffre pesantemente durante la pandemia di Covid-19. Le entrate che derivano dalla tassa di soggiorno saranno utilizzate per migliorare le infrastrutture urbane, potenziare i servizi di trasporto pubblico e preservare i siti storici e culturali.

Le reazione degli albergatori

La proposta ha suscitato diverse reazioni tra gli operatori del settore. Federalberghi, una delle principali associazioni degli albergatori italiani, ha espresso preoccupazione per il possibile impatto negativo sui flussi turistici. Gli albergatori temono che l’aumento delle tariffe possa scoraggiare i turisti, specialmente quelli con un budget limitato, riducendo così l’attrattiva dell’Italia come destinazione turistica. Al contrario, alcuni sostengono che la tassa di soggiorno sia un mezzo necessario per finanziare il miglioramento delle infrastrutture turistiche e garantire un servizio di alta qualità per i visitatori.

Le esperienze internazionali

La nuova tassa di soggiorno italiana non è un caso isolato. Molte città in tutto il mondo hanno adottato misure simili. Parigi, ad esempio, ha recentemente triplicato la sua tassa di soggiorno, raggiungendo un importo massimo di 10 euro per notte. Anche Amsterdam ha introdotto una tassa di soggiorno elevata, che può arrivare fino a 22 euro per notte.

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Giorgia Meloni alle Olimpiadi di Parigi. Foto Ansa/Ciro Fusco

La posizione del Governo Meloni

Il governo italiano ha difeso la proposta, sottolineando che la tassa di soggiorno è un contributo equo da parte dei turisti per il mantenimento e il miglioramento delle città che visitano. Il ministro del Turismo ha dichiarato che i fondi raccolti saranno destinati esclusivamente a progetti che beneficiano direttamente il settore turistico e le comunità locali.

Se approvata, la nuova tassa di soggiorno potrebbe entrare in vigore già dal prossimo anno. I comuni stanno già pianificando come utilizzare i fondi aggiuntivi, con progetti che spaziano dalla riqualificazione dei centri storici alla creazione di nuove attrazioni turistiche. In conclusione, la nuova tassa di soggiorno rappresenta un tentativo di bilanciare la necessità di aumentare le entrate comunali con il desiderio di migliorare l’esperienza turistica in Italia. Sarà cruciale gestire attentamente l’implementazione di questa misura per assicurarsi che porti benefici a lungo termine sia ai turisti che alle comunità locali. Di certo il settore turistico deve offrire di più a chi visita il nostro Paese. Ad esempio sistemi di trasporto pubblico più efficaci; e anche prezzi nella ristorazione non speculativi.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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