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Tim Walz, ecco chi è il vice scelto da Kamala Harris

Il governatore del Minnesota, 60 anni, è celebre per la sue battaglie contro le disuguaglianze e a favore della comunità omosessuale e transgender

Kamala Harris, la candidata democratica alla presidenza degli Stati Uniti per le elezioni del 2024, ha annunciato il 6 agosto la scelta di Tim Walz, 60 anni (pochi mesi in più di Harris), governatore del Minnesota, come suo vicepresidente in caso di vittoria alle elezioni del 5 novembre. Questa mossa strategica è stata accolta con entusiasmo dal partito democratico e dagli elettori progressisti, poiché Walz è noto per le sue posizioni a favore dei diritti civili e della comunità LGBTQIA.

Chi è Tim Walz?

Tim Walz, ex insegnante di storia e rappresentante del Congresso, è il governatore del Minnesota dal 2019. Durante il suo mandato, Walz si è distinto per il suo impegno verso l’uguaglianza sociale e i diritti civili, rendendolo un partner ideale per Harris nella corsa alla Casa Bianca. La sua esperienza politica e il suo forte radicamento nelle comunità locali rafforzano la campagna di Harris, offrendo una visione progressista e inclusiva per il futuro degli Stati Uniti.

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Tim Walz. Foto Ansa/Epa Shawn Thew

Harris scarta Shapiro e Kelly

La scelta di Tim Walz come vicepresidente è apparsa come una mossa intelligente e strategica. Fra l’altro, secondo i più accreditati pronostici, non avrebbe dovuto essere Walz il vice di Harris, bensì Josh Shapiro, governatore della Pennsylvania.

Da parte sua Kamala Harris ha dichiarato che Walz rappresenta i valori fondamentali del partito democratico e che la sua esperienza e dedizione saranno cruciali per affrontare le sfide che attendono il Paese. La decisione è arrivata dopo un’accurata valutazione di vari candidati, tra cui, appunto Josh Shapiro, ma anche Mark Kelly, senatore dell’Arizona.

Le reazioni alla nomina di Walz

La nomina di Walz ha suscitato reazioni contrastanti. Da una parte, i sostenitori democratici hanno accolto con favore la scelta. E hanno evidenziato l’importanza di un ticket presidenziale che rappresenti una vasta gamma di esperienze e prospettive. Dall’altra parte, i critici, inclusi alcuni esponenti del partito repubblicano, hanno attaccato Walz, definendolo un “radicale di sinistra“.

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Kamala Harris. Foto Ansa/Epa Edward M. Pio Roda

Donald Trump, il principale avversario repubblicano di Harris, non ha perso tempo a criticare la scelta. Ha descritto Walz come una minaccia per i valori tradizionali americani. Tuttavia, Harris e Walz hanno risposto alle critiche sottolineando l’importanza di un governo inclusivo e rappresentativo. Un esecutivo che lavori per tutti gli americani, indipendentemente dalla loro appartenenza politica.

L’impatto della scelta sul voto

Con la nomina di Walz, Harris spera di consolidare il sostegno degli elettori progressisti. Il suo obiettivo è inoltre quello di mobilitare le comunità che sentono di non essere state adeguatamente rappresentate negli ultimi anni. Da ora in avanti il ticket Harris-Walz punterà su temi cruciali come i diritti civili, la giustizia sociale e la lotta ai cambiamenti climatici.

La scelta di Tim Walz come vicepresidente rappresenta un passo significativo nella campagna presidenziale di Kamala Harris. Con un partner che condivide i suoi valori e la sua visione progressista, Harris spera di unire il paese e di costruire un futuro più equo e giusto per tutti gli americani. La corsa alla Casa Bianca è appena iniziata, e con Walz al suo fianco, Harris è pronta a sfidare Donald Trump e a proporre un cambiamento significativo per gli Stati Uniti.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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