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Crollo della Borsa di Tokyo: un lunedì nero per i mercati globali

Da Wall Street a Milano 'bruciate' decine di miliardi a causa di un'ondata di panico degli investitori

La giornata del 5 agosto 2024 sarà ricordata come un “lunedì nero” per i mercati finanziari globali: la Borsa di Tokyo ha subito la peggiore flessione della sua storia. L’indice Nikkei ha chiuso in calo del 12,4%. Questo crollo senza precedenti ha avuto un effetto domino, trascinando verso il basso le principali borse europee e americane.

Tokyo, le cause del crollo

Il crollo della Borsa di Tokyo è stato innescato da una combinazione di fattori interni ed esterni. Tra le cause principali si annoverano i timori di una recessione negli Stati Uniti. Si tratta di paure ad alimentare le quali sono i dati economici deludenti e le previsioni pessimistiche sul futuro dell’economia americana. A ciò si aggiungono le vendite massicce di azioni nel settore tecnologico. Un comparto che ha subito un forte calo a causa della crescente incertezza sui profitti futuri.

Borsa Tokyo crollo senza precedenti
Foto Ansa/Epa Kimimasa Mayama

Le politiche monetarie della Federal Reserve degli Stati Uniti hanno giocato un ruolo cruciale. La prospettiva di ulteriori aumenti dei tassi di interesse per combattere l’inflazione ha spaventato gli investitori, portandoli a disinvestire dai titoli azionari e a rifugiarsi in beni considerati più sicuri come l’oro e le obbligazioni.

Impatto sui mercati

Il crollo di Tokyo ha avuto ripercussioni immediate sui mercati finanziari europei e americani. A Milano, l’indice FTSE MIB ha chiuso in calo del 3%, con una perdita stimata di 15 miliardi di euro. Anche le Borse di Londra, Parigi e Francoforte hanno registrato forti ribassi, sebbene in misura leggermente inferiore rispetto a Milano.

Il caso di Wall Street

Wall Street non è stata immune al panico globale. L’indice Dow Jones ha perso il 2,76%, mentre il Nasdaq, fortemente influenzato dalle vendite nel settore tecnologico, è crollato del 6,05%. Questo ha alimentato ulteriormente le preoccupazioni circa una possibile recessione negli Stati Uniti, aumentando la volatilità dei mercati finanziari.

Tra i settori più colpiti, oltre a quello tecnologico (si pensi al campanello d’allarme, nei giorni scorsi, delle maxi vendite di Warren Buffett), si segnala il comparto automobilistico giapponese. Giganti come Toyota, Nissan e Honda hanno visto le loro azioni precipitare, contribuendo al crollo dell’indice Nikkei. Anche il settore bancario ha sofferto pesantemente, sia in Giappone che in Europa, con una diminuzione della fiducia degli investitori nelle capacità delle banche di affrontare una potenziale recessione.

Wall Street Borsa New York
Foto Ansa/Epa Justin Lane

Dopo Tokyo, cosa succede adesso

In risposta al crollo, le principali banche centrali stanno valutando interventi straordinari per stabilizzare i mercati. La Bank of Japan ha annunciato l’intenzione di acquistare titoli di Stato e altri asset per sostenere il mercato finanziario. Negli Stati Uniti, la Federal Reserve è sotto pressione per rivedere la sua politica sui tassi di interesse, con molti analisti che prevedono un possibile taglio per alleviare le tensioni.

Le prospettive future per i mercati finanziari rimangono incerte. Gli analisti prevedono un periodo di alta volatilità, con gli investitori che continueranno a reagire nervosamente a ogni nuovo dato economico o decisione politica. La chiave per una ripresa stabile risiederà nella capacità delle economie di mostrare segnali di crescita sostenibile e nella gestione efficace delle politiche monetarie da parte delle banche centrali. In conclusione, il crollo della Borsa di Tokyo ha scosso profondamente i mercati finanziari globali: questo fatto ricorda a tutti gli investitori l’importanza della prudenza e della diversificazione.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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