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Il decreto carceri è legge. Il PD va all’attacco: “Penalizzate le madri detenute”

L'opposizione però si spacca e Italia Viva sostiene il provvedimento voluto dal ministro della Giustizia Carlo Nordio

Il nuovo decreto carceri, appena trasformato in legge, introduce misure per affrontare il sovraffollamento e migliorare le condizioni nei penitenziari italiani. Tra le novità principali, la liberazione anticipata e l’assunzione di nuovi agenti di polizia penitenziaria.

Il Centrosinistra non ci sta e accusa la maggioranza di Centrodestra di manifestare una volontà punitiva contro le madri detenute e i loro figli. Schlein (Segretaria PD): “La destra adotta misure punitive che rendono più semplice portare in carcere donne incinte coi loro bambini. Inoltre non affronta l’emergenza delle strutture carcerarie: da inizio anno si contano già 63 suicidi dietro le sbarre“.

Elly Schlein in Parlamento
Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico. Foto Ansa/Fabio Frustaci

Le misure del decreto

Una delle novità più rilevanti del decreto è l’introduzione di procedure più snelle per la liberazione anticipata dei detenuti. Questa misura, già oggetto di numerosi dibattiti, mira a ridurre il numero di persone in carcere permettendo una scarcerazione anticipata per buona condotta e altre circostanze specifiche. Oltre alla liberazione anticipata, il decreto prevede l’assunzione di 1.000 nuovi agenti di polizia penitenziaria. Questa misura potrà determinare un aumento del personale disponibile a garantire la sicurezza e la gestione quotidiana dei penitenziari, migliorando le condizioni lavorative degli attuali agenti.

Procedure semplificate

Il decreto introduce anche una serie di innovazioni procedurali per semplificare e accelerare il processo di liberazione dei detenuti. Tra queste, spiccano le nuove modalità di revisione delle pene e la possibilità di scontare parte della pena attraverso il lavoro nelle cooperative sociali. Queste misure non solo ridurranno il sovraffollamento, ma favoriranno anche il reinserimento sociale dei detenuti.

Nonostante le novità introdotte, il decreto ha suscitato diverse critiche. Alcuni esperti del settore giudiziario ritengono che le misure proposte non siano sufficienti a risolvere il problema del sovraffollamento in modo strutturale. Ad esempio, Sebastiano Ardita, noto magistrato, ha espresso preoccupazione riguardo alla possibile “valanga di sconti di pena” che potrebbe derivare dalla liberazione anticipata, definendola una sorta di “indulto nascosto“.

Reazioni politiche al decreto

Il decreto ha anche provocato una spaccatura tra le forze politiche. Forza Italia, ad esempio, ha mostrato un sostegno parziale al provvedimento, chiedendo ulteriori modifiche per garantire una maggiore efficacia delle misure proposte. Nel contempo, altre forze politiche, come Italia Viva, hanno espresso un sostegno più convinto, sottolineando l’urgenza di intervenire sulla situazione drammatica delle carceri italiane.

Nordio ministro Giustizia decreto carceri
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Foto Ansa/Angelo Carconi

Le condizioni dei detenuti

Uno degli obiettivi dichiarati del decreto è migliorare le condizioni di vita dei detenuti. Oltre all’assunzione di nuovi agenti, sono state previste misure per aumentare il numero di colloqui telefonici e di visite in presenza, così come per garantire un accesso più agevole ai servizi sanitari. Queste misure mirano a umanizzare il sistema penitenziario e a ridurre i rischi di suicidi e altre situazioni di emergenza.

Il decreto carceri con le sue novità rappresenta un passo avanti significativo, ma resta da vedere come verrà implementato nelle varie strutture penitenziarie. L’efficacia delle misure dipenderà in gran parte dalla loro applicazione pratica e dalla collaborazione tra le diverse istituzioni coinvolte. La situazione nelle carceri italiane è da tempo al centro del dibattito pubblico, e questo provvedimento potrebbe rappresentare una svolta se applicato correttamente.

In conclusione, la nuova legge (il decreto è ormai convertito in legge dal Parlamento)  introduce importanti innovazioni per affrontare il sovraffollamento e migliorare le condizioni dei detenuti. Tuttavia, la sua reale efficacia dipenderà dall’applicazione pratica delle misure e dalla volontà politica di apportare eventuali modifiche necessarie per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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