Il menù della felicità (2023), diretto da Hervé Mimran, è una commedia drammatica francese che esplora i temi dell’inclusività, della cucina e della speranza. Ispirato a una storia vera, il film narra le vicende di Philippe Lamarck, uno chef rinomato, e Noé, un giovane autistico con un sogno: diventare cuoco.
La trama de Il menù della felictià si sviluppa intorno all’incontro tra Philippe Lamarck, uno chef che ha visto tempi migliori, dal momento che ha perso la sua stella ed essere stato licenziato, e Noé, un giovane la cui vita è stata segnata dalla sua condizione. Philippe, stanco e deluso dalla sua carriera, decide di ripartire aderendo all’iniziativa promossa dalla madre di Noé, Virginie. Accetterà, dunque, di lavorare a La Belle Étincelle, scoprendo ben presto che la sua brigata sarà composta giovani con disabilità cognitive. Per lo chef, dal carattere burbero, si tratterà di un’opportunità per provare a ripulire la sua immagine.
Un incontro straordinario
Noé, interpretato dall’attore Gauthier Gagnière, è un ragazzo con autismo che coltiva il sogno di diventare cuoco, costantemente vittima del pregiudizio altrui e di discriminazione. Ogni volta che prova a raggiungere il suo obiettivo, si ritrova a scontrarsi con la diffidenza dei datori di lavoro. La madre, Virginie (Mélanie Doutey), proverà ad aiutare il figlio nella sua realizzazione e, grazie all’incontro con Gérard (Lionnel Astier), proprietario vicino alla pensione del ristorante La Belle Étincelle, avrà un’idea: dare nuova linfa vitale al posto assumendo giovani con disabilità cognitive.
La cucina come strumento di inclusione
Il ristorante La Belle Étincelle non è solo un luogo dove si cucina e si serve cibo, ma diventa un simbolo di inclusione sociale e di abbattimento delle barriere. Philippe e Noé, insieme a un gruppo di giovani con diverse disabilità, dimostrano che la cucina può essere un potente strumento di unione e di espressione personale. Attraverso il lavoro di squadra e la creatività, i ragazzi imparano a superare le difficoltà e a trovare il loro posto nel mondo.
Il successo del ristorante
Con il passare del tempo, il ristorante diventa un punto di riferimento nella comunità locale, attirando non solo clienti curiosi, ma anche l’attenzione dei media. Il successo de La Belle Étincelle va oltre la semplice qualità del cibo: è la dimostrazione che l’inclusività può essere non solo possibile, ma anche vincente. Il film celebra, dunque, il trionfo dello spirito umano, la capacità di risorgere dalle difficoltà e di trasformare le proprie debolezze in forza.
Il rapporto tra Philippe e Noé si evolve in un legame profondo e significativo, fatto di rispetto e reciproca comprensione. Philippe scopre una nuova motivazione nella sua vita professionale, mentre Noé riesce a esprimere il suo talento e a realizzare il suo sogno.
Il menù della felicità è un film che commuove e ispira, mostrando quanto sia importante dare opportunità a chi è spesso emarginato dalla società. La pellicola ci invita a riflettere sul valore dell’inclusione e sull’importanza di credere nei propri sogni, indipendentemente dalle difficoltà che si possono incontrare lungo il cammino. Inoltre, il film è spirato a una storia vera: il locale La Belle Étincelle esiste davvero e si trova a Parigi, nel 15esimo Arrondissement. A gestirlo è Pierrot Goldstein, figlio del produttore Fabrice Goldstein, che ha dato l’idea per il film.