MondoNewsPrimo piano

L’Ucraina ha invaso la Russia ma deve fare i conti con la renitenza alla leva

Evacuazioni a Belgorod, mentre gli ucraini proseguono l'avanzata verso Kursk. Scambio di accuse fra Kiev e Mosca su Zaporizhzhia

Guerra in Ucraina, l’agosto 2024 sarà ricordato come il momento storico in cui, per la prima volta dal 1944 (quando i nazisti rinunciarono definitivamente a ogni velleità di conquista), la Russia ha subito un’invasione militare. C’è poco da stupirsi, però. È Putin che il 24 febbraio 2022 – due anni e mezzo fa – ha dato ordine alle truppe russe di invadere l’Ucraina e adesso il mostro della guerra che ha scatenato gli si rivolta contro.

Dopo la penetrazione di forze armate dell’Ucraina fin verso Kursk – la stessa città di un’importante battaglia del 1944, quando l’Armata Rossa ricacciò definitivamente indietro i nazisti – al mattino del 12 agosto 2024 le autorità russe hanno annunciato l’evacuazione dei residenti da un distretto della regione di Belgorod, a nord dell’ucraina Karkhiv, subito dopo al di là del confine. “Ci sono attività nemiche al confine del distretto di Krasnoyaruzhsky” ha detto in un video pubblicato su Telegram il governatore della regione di Belgorod, Vyacheslav Gladkov. “Per la sicurezza della vita e della salute della nostra popolazione, stiamo iniziando ad evacuare” gli abitanti di questo distretto, ha aggiunto.

Ucraina Russia missile
Foto Ansa/Epa/Ministero Difesa Russia

Alto rischio di incidente nucleare

La guerra infuria anche in Ucraina. Sarebbe stato “completamente spento” l’incendio scoppiato domenica 11 agosto nella centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo affermano le autorità filorusse della regione occupata dagli invasori. Precedentemente l’azienda per l’energia nucleare russa Rosatom aveva affermato che una torre di raffreddamento dell’impianto aveva subito “gravi danni” a causa di “due attacchi da parte di droni militari ucraini“.

Il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Mariano Grossi, ha assicurato da parte sua che “non vi è alcun impatto sulla sicurezza nucleare” dopo quanto accaduto a Zaporizhzhia. Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ad appiccare l’incendio nell’impianto sarebbero stati gli occupanti russi.

La centrale di Zaporizhzhia

Tanta paura, dunque, ma per il momento nessun fuga radioattiva in Ucraina. Almeno ufficialmente. Le autorità di Kiev e quelle russe si accusano a vicenda e il mondo resta a guardare, limitandosi a sperare che non accada l’irreparabile: un incidente nucleare senza precedenti, come si è temuto già nel 2022. La centrale di Zaporizhzhia conosciuta anche come Znpp si trova sulla riva sinistra del grande fiume Dnepr vicino alla città di Energodar.

Zaporizhzhia Ucraina incendio centrale
Foto X @ilpost

Si tratta della più grande centrale nucleare d’Europa in termini di numero di unità e capacità installata. Possiede 6 reattori ad acqua pressurizzata costruiti nel periodo compreso fra il 1984 e il 1995, con una capacità elettrica lorda di 1.000 MegaWatt ciascuna (VVER-1000). Sono strutture che gli ingegneri dell’epoca progettarono una vita operativa di 30 anni. Quindi per un intervallo di tempo che, di fatto, è scaduto. Nell’ottobre 2022, 8 mesi dopo l’invasione della Russai, le forze armate della Russia cinsero d’assedio la centrale, e, dopo una serie di scontri e combattimenti che tennero il mondo col fiato sospeso, ne presero il controllo.

Ucraina, renitenza alla leva

Un altro tema che sta riesplodendo in questi giorni è quello della sempre più forte renitenza alla leva in Ucraina, dove è in vigore una sempre più dura legge marziale. Sarebbero circa 800mila i renitenti secondo le stime che il presidente della commissione Affari economici del Parlamento ucraino, Dmytro Natalukha, ha riferito al quotidiano Financial Times. Può darsi che la cifra sia eccessiva, così come appare eccessiva la cifra che gli ucraini esibiscono circa le perdite russe: 600mila soldati nemici. Sulle perdite ucraine nulla si sa di realmente effettivo. Ma è difficile immaginare che siano inferiori a quelle russe.

I giovani renitenti dell’Ucraina non intendono andare a combattere al fronte, mentre la polizia e le forze armate intensificano le operazioni di cattura di tutti coloro che si rifiutano di andare a immolarsi in questa guerra senza fine. Tanti giovani sono entrati in clandestinità divenendo irreperibili per sottrarsi alla chiamata alle armi. Cambiando indirizzo di residenza; trovando lavori in nero; adottano ogni sorta di stratagemma per non finire al fronte  in modo da rendersi più difficilmente rintracciabili. Il fenomeno aggrava “l’ormai cronica carenza di truppe (soprattutto di militari in giovane età) e di truppe addestrate” che l’Ucraina soffre, afferma il sito Analisidifesa.it. Le truppe russe stanno avanzando lungo tutto il fronte: lentamente ma progressivamente. La guerra si è ormai incancrenita. E Putin medita vendetta per l’umiliazione di vedere la Russia invasa fin quasi a Kursk.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio