L’Organizzazione mondiale della Sanità dichiara lo stato di emergenza sanitaria internazionale per il vaiolo delle scimmie. A dare l’annuncio, alla vigilia di Ferragosto, è stato il direttore generale Tedros Ghebreyesus. “Il comitato di emergenza si è incontrato e mi ha informato che la situazione costituisce un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale. Io ho accettato questo consiglio”.
Il vaiolo delle scimmie è un poxvirus (monkeypox virus, Mpxv) simile allo scomparso virus del vaiolo umano, che infetta però le scimmie e ha avuto origine in Africa. Il primo caso di trasmissione umana apparve nel 1970. Solo nel mese di giugno scorso, invece, sono stati 567 i contagi nel continente africano, con una pericolosa crescita fra i bambini, anche neonati. Quest’anno i casi sono già più di quelli dell’intero 2023: oltre 14mila, e 524 decessi.
Vaiolo, sintomi e casi in Italia
I sintomi, riferiscono i siti istituzionali sanitari, includono febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena e dolore ai linfonodi. Segue la comparsa di pustole cutanee sul volto e in seguito generalizzate. La malattia è conosciuta come vaiolo delle scimmie ma è scientificamente definita mpox, anche per evitare lo stigma di questa definizione. I casi attualmente descritti in Italia non sono stati gravi, ma hanno necessitato di monitoraggio clinico.
Negli ultimi due mesi in Italia, secondo l’ultimo bollettino del ministero della Salute, si sono verificati 9 nuovi casi: 2 in Friuli-Venezia Giulia, uno in Lombardia e 6 in Veneto. A partire da maggio 2022, quando in Italia è apparso il primo caso di infezione, nel nostro Paese si sono verificati 1.056 contagi, 262 dei quali collegati a viaggi all’estero. Quasi la metà dei casi (441) in Lombardia. Seguono il Lazio (169) e l’Emilia-Romagna (97).
Colpiti soprattutto gli uomini
Come avvenuto nel resto del mondo, la grande maggioranza dei contagi (1.040) ha riguardato persone di sesso maschile. È 37 anni l’età media con un intervallo dai 14 ai 71 anni. La trasmissione avviene per contatto diretto con fluidi corporei, come sangue, goccioline respiratorie, saliva, secrezioni genitali, essudato di lesioni cutanee e crosta. La diffusione maggiore sembra avvenire in caso di rapporti sessuali tra maschi. La diagnosi di vaiolo delle scimmie umano è prevalentemente clinica, in base alla valutazione dei sintomi. La diagnosi va confermata da altri esami, come il rilevamento del Dna virale specifico mediante la Proteina C reattiva (Pcr).
Il quadro clinico dell’Mpxv umano, dopo un periodo di incubazione da 7 a 17 giorni, inizia con febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena e linfoadenopatia, seguiti successivamente da eruzioni cutanee ben circoscritte ma diffuse su tutto il corpo. Con un tipico esordio centrifugo, che evolvono in fasi successive: maculare, papulare, vescicolare e pustolosa. Un secondo periodo febbrile si verifica quando le lesioni diventano pustolose ed è spesso associato a un peggioramento delle condizioni del paziente.
Vaccino e complicanze
Esiste un vaccino contro il vaiolo delle scimmie, recentemente approvato. I vaccini attualmente disponibili garantiscono una certa efficacia anche nei confronti della malattia del vaiolo delle scimmie, sebbene i dati a supporto di tale ipotesi al momento siano ancora limitati. I vaccini originali contro il vaiolo non sono più disponibili al pubblico. La vaccinazione contro il vaiolo umano offre una qualche forma di protezione, con complicanze più frequenti tra i non vaccinati (74%) rispetto ai vaccinati (39,5%).
Tra le rare complicanze della mattia ci sono: broncopolmonite, shock secondario a diarrea e vomito. Cicatrici corneali che possono portare a cecità permanente, encefalite specialmente nei pazienti con infezione batterica secondaria e setticemia, con la formazione di cicatrici sulla pelle come sequela a lungo termine.