NewsPrimo pianoSport

Imane Khelif denuncia Musk e Rowling per cyberbullismo

Sia il proprietario di X che l'autrice di Harry Potter avrebbero compiuto "molestie informatiche basate sul genere"

La magistratura di Parigi ha aperto un’inchiesta penale di rilevanza internazionale lo scorso 14 agosto dopo che la pugile algerina Imane Khelif, medaglia d’oro olimpica e vittima di polemiche per il suo sesso, ha sporto una denuncia. Tramite il suo legale, Khelif ha denunciato per molestie informatiche aggravate il patron di X, Elon Musk, e la scrittrice della saga di Harry Potter, J.K. Rowling.

Lo ha fatto sapere la stessa procura di Parigi all’agenzia d stampa France Presse. L’indagine, scrivono i magistrati, l’ha avviata il Centro nazionale per la lotta all’odio online. Oggetto degli approfondimenti che adesso compiranno i pm parigini sono presunte “molestie informatiche basate sul genere. Insulti pubblici basati sul genere. Provocazioni pubbliche alla discriminazione e insulti pubblici basati sull’origine“, questa la formulazione dei capi d’accusa in base alla denuncia che Imane Khelif ha presentato.

Imane Khelif Algeria oro Olimpiadi
La vincitrice della medaglia d’oro Imane Khelif dell’Algeria. Foto Ansa/Epa Mast Irham

“Khelif ora lotta per l’onore”

A prendere in carico l’indagine è ora l’ufficio centrale di lotta ai crimini contro l’umanità e ai crimini d’odio. “Dopo aver appena vinto una medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, la pugile Imane Khelif ha deciso di intraprendere una nuova battaglia: per la giustizia, la dignità e l’onore” ha scritto il suo avvocato Nabil Boudi in una nota.

Il legale della pugile algerina campionessa olimpica ha annunciato di aver presentato la denuncia venerdì 9 agosto. “L’indagine penale determinerà chi ha dato il via a questa campagna misogina, razzista e sessista” ha attaccato l’avvocato Nabil Boudi. “Ma dovrà anche esaminare chi ha alimentato questo linciaggio digitale“.

Meloni, Carini e il battage contro Khelif

Persino Fratelli d’Italia, il partito della premier Giorgia Meloni, si era mosso con un’interrogazione all’Unione europea in merito a tutta la vicenda. Come è noto, infatti, la premier Meloni in persona aveva ricevuto e calorosamente incoraggiato Angela Carini, la pugile italiana che dopo appena 46 secondi si era ritirata dal match olimpico contro la collega algerina. Carini, che si era poi rifiutata di salutare Khelif alla fine dell’incontro, aveva affermato di non aver mai ricevuto pugni così forti e che dunque si era trattato di un match distorto e non ad armi pari.

Elon Musk polemiche Imane Khelif
Elon Musk. Foto Ansa/Epa Zbigniew Meissner

Imane Khelif era stata esclusa dai mondiali di pugilato femminile per un livello di testosterone troppo alto per una donna. Ma il Comitato olimpico internazionale l’ha, al contrario, ammessa regolarmente alle Olimpiadi di Parigi 2024. Si è quindi scatenata una battaglia sui social media fra chi sostiene che Khelif sia in realtà un uomo, chi una persona transgender, e chi afferma che sia una donna con un livello di testosterone più alto della media femminile.

Per quanto riguarda la denuncia di Khelif presso la procura di Parigi, è stata la rivista americana Variety a precisare che nel documento si citano il miliardario Elon Musk, proprietario di X, e l’autrice della saga di Harry Potter, J.K. Rowling, nota per le sue posizioni controverse in tema di transessuali e sessualità. Secondo l’avvocato Nabil Boudi, “le ingiuste vessazioni subite dalla campionessa di pugilato rimarranno la più grande macchia su questi Giochi Olimpici“. Imane Khelif ha vinto lo scorso 9 agosto la finale nella categoria 66 Kg al Roland Garros guadagnandosi la medaglia d’oro. La polemica sul suo sesso trae origine dalla sua esclusione, come quella della taiwanese Lin Yu-ting, dai campionati mondiali di Nuova Delhi del marzo 2023. E adesso esplode anche sul piano delle denunce penali.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio