Palestina, Tajani propone all’ONU un piano per ricostruire Gaza
E sulla 'contro-invasione' ucraina in Russia afferma: "Siamo con Kiev ma le nostre armi non possono usarle contro Mosca"
Il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, ha annunciato il progetto che presenterà a New York a settembre a margine dell’Assemblea delle Nazioni Unite. L’Italia sarà in prima linea per costituzione dello Stato della Palestina. “Proporrò a livello di G7 un progetto per la ricostruzione non solo umanitaria ma politica ed economica di Gaza” ha dichiarato Tajani alla Stampa.
L’Italia, ha proseguito il capo della Farnesina, “è pronta a inviare un contingente per lavorare, nella transizione che l’ONU dovrà gestire e guidare coi paesi arabi, alla nascita di uno Stato palestinese, unificando la Striscia e la Cisgiordania“. “Il nostro interlocutore – ha aggiunto – può essere solo l’Autorità nazionale palestinese (Anp), non Hamas. Nel frattempo, gli Stati Uniti ci hanno chiesto di usare i carabinieri per addestrare una forza di sicurezza palestinese adeguata“.
Tajani e la Palestina
Perché allora non riconoscere lo Stato di Palestina? “Siamo favorevoli allo stato di Palestina” ha risposto Tajani. “Ma bisogna offrire una prospettiva concreta al popolo palestinese. Come facciamo a riconoscere uno Stato finché c’è Hamas che controlla una larga parte della Palestina e sostiene di voler distruggere Israele? Noi non vogliamo dare uno schiaffo morale a Israele in questo momento. Vogliamo portarli a un negoziato per rendere concreta la formula ‘due popoli, due Stati’“.
Il ministro degli Esteri italiano ha inoltre precisato come l’Italia non sia esclusa dai colloqui fra Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia. “Siamo in contatto continuo con gli alleati e con le nostre ambasciate. Finché c’è spazio per le trattative, c’è speranza” ha affermato Tajani. Quanto al fatto che l’Italia non si sia unita all’appello congiunto di Gran Bretagna, Francia e Germania nel quale si esorta l’Iran a non attaccare Israele, Tajani ha spiegato: “Quei tre Paesi fanno parte del blocco europeo che tratta sul nucleare iraniano. Non era una nota per escludere qualcuno. E comunque poche ore dopo Joe Biden ha chiamato anche Giorgia Meloni e la Casa Bianca ha diffuso un altro comunicato congiunto, ben più importante“.
La premier “pochi giorni fa ha sentito il presidente Masoud Pezeshkian. L’Italia mantiene sempre vive le relazioni con la Repubblica islamica, al punto che noi – con la nostra ambasciata – rappresentiamo anche il Canada. E gli americani si fidano molto della nostra capacità di dialogo“.
La guerra in Ucraina
Sull’Ucraina “la posizione è sempre quella esposta in Parlamento. Noi siamo dalla parte dell’Ucraina, che è l’aggredito, ma non siamo né come Paese, né come NATO in guerra contro la Russia. Mai manderemo truppe, per intenderci. Pur comprendendone le ragioni di difesa, le armi inviate dall’Italia non possono essere usate fuori dall’Ucraina. Servono delle specifiche autorizzazioni a un uso diverso, che è quello che infatti sta chiedendo Zelensky. Gli americani hanno dato un loro via libera ma limitato ad alcune operazioni. L’Italia invece non permette di usarle fuori dal territorio ucraino. Ce lo dovrebbero chiedere, e lo sanno“.