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Gaza, la strage degli innocenti

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A Gaza si riaccende una tenue speranza di tregua mentre anche i neonati muoiono sotto le bombe. Il 19 agosto il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha parlato per 3 ore col premier israeliano, Benjamin Netanyahu, a Tel Aviv . “Sono venuto in Israele per confermare il sostegno americano e promuovere la tregua e Gaza e la liberazione degli ostaggi” ha detto Blinken in conferenza stampa.

Il colloquio tra Blinken e Netanyahu è durato a lungo e stando all’ufficio del premier israeliano, l’incontro è stato “positivo“. Netanyahu ha sottolineato l’impegno di Israele nei confronti della proposta statunitense presentata ai negoziati di Doha dei giorni scorsi. “Questo è un momento decisivo, probabilmente la migliore, forse l’ultima, opportunità per riportare a casa gli ostaggi. Per ottenere un cessate il fuoco e per mettere tutti sulla strada migliore per una pace e una sicurezza durature” ha detto Blinken incontrando il capo dello Stato ebraico, Isaac Herzog.

Gemelli palestinesi di Gaza uccisi nel corso di un bombardamento israelianoGemelli palestinesi di Gaza uccisi nel corso di un bombardamento israeliano
Asser e Ayssel, maschio e femmina, di 4 giorni, uccisi in un raid israeliano a gaza mentre il padre ne registrava la nascita. Foto X @timand2037

Gaza, 40mila morti e 90mila feriti

Per il segretario di Stato Usa, occorre “liberare gli ostaggi. No a una escalation della crisi“. E “senza accordo gli ostaggi potrebbero morire“. Antony Blinken ha chiarito in conferenza stampa di aver discusso col premier israeliano Netanyahu della violenza dei coloni in Cisgiordania contro i palestinesi, sottolineando che “il Governo israeliano deve agire per fermarla“.

La situazione dei palestinesi di Gaza, invece è sempre più drammatica. Almeno 40 persone sono rimaste uccise nelle ultime 24 ore nella Striscia. Dall’inizio del conflitto, lo scorso 7 ottobre, si contano almeno 40.139 morti. Lo ha reso noto il ministero della Sanità dell’enclave palestinese controllata da Hamas, aggiungendo che i feriti sono a oggi 92.743.

I gemellini nati e uccisi dopo 4 giorni di vita

Per provare a immaginare la portata della catastrofe che è in corso basti pensare alla storia di Asser e Ayssel, due gemellini, maschio e femmina, nati da 4 giorni ai primi di agosto e morti in un raid israeliano a Gaza. Il padre era andato a registrare la loro nascita. La storia, l’ennesimo strazio che arriva dalla Striscia, è stata raccontata da diversi media internazionali, tra cui il quotidiano inglese The Guardian, che hanno rilanciano una notizia dell’agenzia di stampa Associated press.

Il papà dei gemellini neonati uccisi a Gaza. Foto X @TND

Il padre dei neonati, Mohamed Abuel-Qomasan era andato a ritirare il certificato di nascita del bimbo e della bimba, quando un vicino lo ha chiamato per dirgli che la sua casa, nei pressi della città di Deir al-Balah, nella parte centrale della Striscia, aveva subito un bombardamento. Nel raid sono rimasti uccisi Asser e Ayssel, la madre dei due bimbi, Jumann Arfa, una farmacista che li aveva partoriti quattro giorni prima, e una nonna. Secondo il ministero della Sanità di Gaza, dall’inizio della guerra seguita all’attacco del 7 ottobre, sono rimasti uccisi 115 neonati tra le circa 40mila vittime dell’operazione israeliana.

Quale reato avevano commesso Ayssel e Asser?” è la domanda che si pone il ministero della Sanità di Hamas riferendosi alla morte dei neonati. “I gemelli Ayssel e Asser Abu Al-Qumsan avevano quattro giorni, erano nati nei giorni di guerra che non hanno dato loro il tempo di capire chi, perché e per quale motivo è stata loro tolta l’innocenza“, si legge nel messaggio pubblicato su Telegram. Hamas ricorda che al momento dell’attacco il padre dei piccoli “stava completando le procedure per l’emissione dei certificati di nascita“. E aggiunge: “la loro madre ha abbracciato i suoi due figli di fronte al bombardamento di cannoni e aerei“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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