NewsPrimo piano

Scuola, studenti e genitori: “Troppi i compiti per le vacanze”

Ma c'è anche chi sostiene che essendo le vacanze lunghissime (3 mesi) è bene non perdere l'allenamento delle capacità di apprendimento

Sono troppi i compiti durante le vacanze da scuola? Studenti e genitori affermano di sì all’unisono. Hanno paura di veder minato da una mole eccessiva di ‘lavoro’ il proprio riposo estivo. Un lungo riposo di ben 3 mesi.

In pratica 3 studenti su 4 dicono basta a come i docenti assegnano oggi esercizi, letture di libri e consegne varie da espletare durante la lunga sosta scolastica. Il 25% si oppone in modo assoluto, il 49% li accetterebbe solo se fossero pochi o diversi. D’altra parte c’è chi considera troppo lungo il tempo trascorso lontano dai banchi. Le vacanze estive durano tre mesi e rischiano di sbiadire – argomenta chi è a favore dei compiti – quelle competenze acquisite con tanto sacrificio durante l’inverno.

Scuola compiti vacanze estate
Foto Ansa/Alessandro Di Marco

Scuola e compiti, i pareri degli esperti

In quest’ottica, gli esercizi e le letture diventano una sorta di ponte per aiutare i ragazzi a metabolizzare gli argomenti trattati a scuola. E così acquisire le competenze necessarie in modo autonomo e senza l’aiuto dei docenti. “La mia idea – dice all’Ansa il professore Raffaele Mantegazza, che insegna Scienze pedagogiche al Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca – è che i compiti devono essere pochi. C’è anche il tempo dell’ozio, la Montessori lo diceva già nel secolo scorso. E poi è proprio la concezione di compito da rivedere, ripensare: servono compiti che appassionino i ragazzi, che abbiano un senso per la loro vita, altrimenti diventano solo una vessazione“.

Sulla stessa linea il professor Pier Cesare Rivoltella che insegna Didattica e Tecnologie dell’educazione presso l’Università di Bologna. Rivoltella si sofferma sulla motivazione che “è fondamentale”. Ma anche sul tema “dell’equilibrio, della misura, della sostenibilità” dell’assegno. E poi sul fatto che lo studente non andrebbe lasciato da solo. “Occorrerebbe garantire un supporto – dice all’Ansa il docente – perché si insegna a scuola ma si impara a casa. E l’insegnante oggi ha a disposizione tanti strumenti: teams, zoom, chat. Perché non mettersi a disposizione con attività di ‘sportello’ sia durante l’anno che in estate? L’orario di lavoro del docente dovrebbe essere di 38-40 ore e lo stipendio adeguato“.

Scuola Italia studenti in classe
Foto X @LaStampa

I due esperti di scuola bocciano, inoltre, lo studio degli studenti costretti a ‘riparare’ a settembre. Non si recupera in poche settimane quello che non si è acquisito in un intero anno, dicono. E anche i corsi che la scuola mette a disposizione sono di un pugno di ore a giugno, quando i ragazzi sono già stanchi.

Matematica, la materia più tosta

Tra le materie che hanno ‘caricato più compiti estivi per i ragazzi a scuola svetta la Matematica. Per il 38% – secondo un sondaggio Skuola.net – la Matematica è l’avversario più consistente. Immancabili, poi, i temi e le letture di Italiano. Il 23% degli studenti italiani li vive come l’ostacolo più pesante fra tutti i compiti estivi. A seguire, le lingue classiche (latino e greco) – esclusiva però dei liceali – e le lingue straniere. Il 15% le indica entrambe come le discipline con più esercizi assegnati durante le vacanze da scuola.

Nonostante ciò, i ragazzi restano fiduciosi di riuscire a portare a termine la missione in tempo utile. Proiettandosi a settembre, oltre il 70% immagina di arrivarci con i compiti completati o quasi. Resta il problema del caldo, che fare? Non sono poche le associazioni dei docenti che hanno chiesto al ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, di spostare l’avvio dell’anno scolastico a ottobre.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio