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Veliero Bayesian, è giallo sulle cause dell’affondamento a Palermo

Nello scafo precipitato a 50 metri di profondità non ci sarebbero falle. Immagini di telecamere mostrano la nave colare a picco in pochi secondi

Non si fermano le ricerche dei 6 dispersi che potrebbero essere rimasti intrappolati nelle cabine del Bayesian, il veliero di 56 metri affondato il 19 agosto mentre era in rada a Porticello (Palermo). Vigili del Fuoco, capitaneria di Porto e diversi tecnici e ingegneri si sono incontrati per fare il punto della situazione e poi riprendere le immersioni.

Finora i sommozzatori hanno recuperato soltanto il corpo del cuoco dell’imbarcazione. Sono in tutto 15 le persone, tra passeggeri e componenti dell’equipaggio, che sono riuscite a mettersi in salvo e che adesso si trovano al sicuro in un albergo di Santa Flavia. Disperso il proprietario della grande barca a vela, il magnate britannico Mike Lynch, insieme alla figlia. Così anche Jonathan Bloomer, presidente di Morgan Stanley International e veterano della finanza internazionale, insieme alla moglie.

Veliero affondato Bayesian ispezione vigili del fuoco
Speleo-sub dei vigili del fuoco si tuffano per ispezionare il relitto del Bayesian in fondo al mare. Foto Ansa/Vigili del Fuoco

Bayesian, intatto l’albero maestro

Ai Lynch e ai Bloomer, tutti e quattro cittadini britannici, si aggiungono fra i dispersi l’avvocato americano Christopher Morvillo (legale di Lynch) e sua moglie Nada. Il Bayesian è ancora adagiato sulla fiancata di dritta, a una profondità di circa 50 metri. Secondo una prima ispezione esterna, lo scafo non presenterebbe falle e l’albero maestro in alluminio, alto 75 metri, sarebbe integro.

Tra gli elementi che hanno attirato l’attenzione dei sub c’è anche la grande deriva mobile dell’imbarcazione, parzialmente sollevata perché il veliero si trovava in rada. Il pescaggio in assetto di navigazione del cosiddetto corpo morto, che nel caso del Bayesian è di circa 10 metri, punta infatti ad assicurare stabilità all’imbarcazione.

Inabissato in 60 secondi

Già il 20 agosto i sub sono entrati nello scafo del Bayesian. E hanno ispezionato gli spazi comuni. Adesso dovrebbero cercare di raggiungere le cabine. Ma l’operazione è difficile: hanno a disposizione solo 12 minuti tra l’immersione e la risalita in superficie, a causa del periodo necessario di decompressione.

Mentre nella zona del naufragio proseguono le ricerche anche con l’ausilio di motovedette ed elicotteri, in un video delle telecamere di una villa a 200 metri dall’incidente si vede il Bayesian inabissarsi “in appena 60 secondi“. Secondo quanto riportano i media britannici, i familiari dei dispersi sono ancora aggrappati alla speranza residua di “una bolla d’ariainterna allo scafo che potrebbe aver salvato le vite dei loro congiunti. Si tratta tuttavia di un’ipotesi poco probabile.

Veliero Bayesian affondato a Palermo
Il Bayesian. Foto Ansa/Epa Perini Navi

Chi sono i superstiti

I 15 superstiti del naufragio del Bayesian ora ospitati dall’hotel Domina Zagarella di Santa Flavia, sono James Emsilie, 35 anni con la moglie Charlotte Golunski, anche lei di 35 anni, e la piccola Sophia di un anno. Angela Baccares, 57 anni, inglese, moglie dell’imprenditore britannico Mike Lynch che figura invece tra i dispersi insieme alla figlia Hannah di 18 anni, Sasha Murray, 29 anni, irlandese; Myin Htun Kyaw, 39 anni, del Myanmar; Matthew Griffith, francese di 22 anni.

Oltre a essi c’è James Calfield, 51 anni, della Nuova Zelanda, che sarebbe il comandante della nave. Ci sono infine Ayla Ronald, 36 anni, di nazionalità inglese così come Matthew Fletcher, 41 anni; Koopmans Tus, 33 anni, olandese; Leo Eppel, nato in Sud Africa di 20 anni e Parker Eaton, inglese di 56 anni. A loro si aggiungono le due hostess di bordo dello yacht Leah Randall, 20 anni, nata in Sud Africa e Katja Chicken, 22 anni, tedesca.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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