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Sinner e il doping con “assoluzione”: cosa è successo davvero?

Sulla stampa straniera non mancano ironie e insinuazioni circa l'assunzione di clostebol. Ma l'antidoping Usa ha scagionato formalmente Jannik

Jannik Sinner è in mezzo a una bufera sebbene ciò possa apparire non del tutto evidente. Sì, certo, abbiamo già tutti quanti voltato pagina: negli Usa lo hanno prima accusato e poi scagionato per aver “involontariamente” assunto il clostebol, una sostanza dopante. Ma qualche ombra è rimasta.  

La stampa estera ci sta andando giù duro. “Positivo al controllo a marzo, innocente 5 mesi dopo: il caso Sinner viene alla luce e suscita interrogativi” ha titolato in questi giorni L’Equipe, uno dei più prestigiosi quotidiani sportivi d’Europa. “Affaire Sinner: una rivelazione tardiva e numerose domande” è il titolo sul sito web della testata transalpina. L’Equipe parla di “un segreto ben custodito” finora.

Jannik Sinner doping
Foto Ansa/Epa Mark Lyons

Sinner, le accuse e la replica

Jannik Sinner riceve una sanzione antidoping dopo dei test positivi al clostebol, una sostanza proibita” titola The Athletic, realizzato sul web della redazione sportiva del New York Times. Un tribunale a seguito di un’indagine antidoping non ha riscontrato “colpa o negligenza da parte dell’italiano, si legge nel sommario online. Insinuante e ironico invece Marca, quotidiano sportivo spagnolo. “Fatture, uno spray e accuse di un trattamento di favore” il titolo di apertura del sito. La verità è venuta alla luce – Sinner è risultato positivo, ma non sarà squalificato“.

Darren Cahill, uno dei due allenatori di Jannik Sinner insieme a Simone Vagnozzi, è intervenuto a difesa del campione. “Non farebbe mai nulla intenzionalmente” ha detto. “Si è trovato in una situazione sfortunata. La verità è uscita fuori, nessuna colpa o negligenza, e speriamo che si possa mettere alle spalle tutto questo“. La ragione per cui è stato possibile per lui continuare a giocare dopo la corta sospensione provvisoria “è che hanno potuto collocare precisamente dov’è capitato l’incidente e hanno potuto spiegare quello che è successo con lo spray” ha detto alla tv statunitense Espn. Cahill ha spiegato che il team ha saputo della situazione in essere solo dopo il Masters 1000 di Miami, che Sinner ha vinto, e l’ITIA ha subito dopo iniziato la propria indagine.

Sinner antidoping test e valori positivi
Foto Ansa/Epa Adam Vaughan

Quel maledetto spray

Cahill è entrato poi nei dettagli del caso: “Sapevamo di tutto questo da qualche mese e sapevamo che si trattava di una vicenda molto seria. A marzo, durante il torneo di Indian Wells, Giacomo Naldi, il fisioterapista di Sinner, ha messo la mano nella sua borsa e si è tagliato un dito con un tronchesino che usava per trattare i calli ai piedi di Jannik. Si è trattato di una ferita fastidiosa”.

“In seguito Jannik ha visto Giacomo e ha notato il taglio. Gli ha chiesto cosa fosse successo e se stava usando pomate o creme per curare il dito e lui gli ha risposto di no, il che era vero in quel momento” ha proseguito Cahill. Quello che è successo dopo lo sanno Umberto Ferrara e Giacomo Naldi. Ferrara aveva con sé uno spray, molto comune in Italia, ma che io non avevo mai visto né sentito prima. Ferrara ha offerto a Naldi lo spray che si portava dietro per ragioni personali. Dentro lo spray c’era una sostanza comune in Italia, tanto che ci sono già stati casi di tennisti italiani che sono risultati positivi dopo aver usato questo spray“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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