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Caldo, nuova ondata fino a settembre mentre il clima diventa tropicale

In Italia aumentano siccità, alluvioni, trombe d'aria e mini-tornado. La temperatura media è aumentata e i giorni di gelo diminuiscono

Come preannunciato dalle previsioni meteo è arrivata sull’Italia una nuova ondata di caldo. “Nei prossimi giorni un promontorio del più vasto anticiclone africano si allungherà dalle coste del Nord Africa fino a riconquistare il Mediterraneo centro-occidentale” spiega all’Adnkronos il meteorologo Mattia Gussoni de ilmeteo.it.

A seguito di una fase di maltempo che ha colpito l’Italia in questi ultimi giorni, specie al Centro Sud, si è prodotta una situazione metereologica che ha dato “il via a una nuova ondata di calore“. Secondo Gussoni “analizzando nel dettaglio la massa d’aria in arrivo si nota subito come sia la classica vampata ‘rovente’ di origine subtropicale (interno del deserto del Sahara). Provocherà un sensibile aumento delle temperature su tutte le regioni“.

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Foto Ansa/Epa Biel Alino

Il caldo torna a mordere

Dunque che cosa ci aspetta in concreto? “Nel corso del prossimo fine settimana – afferma l’esperto de ilmeteo.it – avremo una prevalenza di sole su buona parte dei settori. Con punte massime di temperatura oltre i 32 gradi sulle pianure del Nord e fin verso i 36-37 gradi al Centro-Sud e sulle due Isole Maggiori. Locali temporali solamente sulle Alpi“.

In realtà secondo gli ultimi aggiornamenti del centro europeo, anche l’avvio di settembre non vedrà il ritorno del maltempo sul nostro Paese. Il caldo resterà ancora per un bel po’. Si percepiranno temperature ben oltre le medie climatiche, in particolare al Centro Sud e sulle due Isole Maggiori (Sardegna e Sicilia). Un fenomeno che avrà all’origine la presenza del famigerato anticiclone africano. “L’estate su questi settori sembrerebbe quindi voler proseguire con le ultime fiammate a oltre 30 gradi durante le ore più calde” conclude Gussoni.

Il clima dell’Italia sta cambiando

Questa situazione s’inquadra nel fenomeno generale del cambiamento climatico in Italia come nel resto del mondo. Il 2024 non è il 2022, è vero. Abbiamo avuto quest’anno una primavera molto piovosa per le medie italiane, e l’esplosione del caldo è avvenuta a partire dalla seconda settimana di luglio, non da giugno o da metà maggio, come avvenne 2 anni fa.

Tuttavia la sempre maggior frequenza di eventi estremi, non ultime le trombe d’aria – si pensi al naufragio del veliero Bayesian a Palermo – documenta i mutamenti in atto. Del resto, sottolinea Geopop.it, negli ultimi 15 anni gli scienziati hanno osservato un’espansione della fascia climatica tropicale verso i Poli. Tale fascia climatica è giunta a toccare a nord una parte del Mediterraneo e della California, e a sud una parte dell’Australia.

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Foto X @TgrRaiVeneto

Bombe d’acqua e cicloni

È sotto gli occhi di tutti come in Italia siano presenti eventi climatici che creano problemi. Le piogge sono mal distribuite nel corso dell’anno e spesso non seguono l’atteso andamento climatologico stagionale. Sono sempre più numerose le bombe d’acqua e i veri e propri nubifragi. Cadono in pochissimo tempo grandi quantità di pioggia che generano disastrose alluvioni.

La temperatura media è aumentata, le giornate di caldo aumentano e quelle di gelo diminuiscono. I cicloni simil-tropicali nel Mediterraneo non sono più così rari e i periodi di siccità – estiva ma anche invernale – si stanno prolungando. Si tratta di sintomi della tropicalizzazione del clima. Nel nostro Paese, così come in altre zone del pianeta a latitudini temperate, si manifesta un clima sempre più simile a quello tropicale. Anche se non ci sono i monsoni, i deserti o una netta divisione della piovosità nell’arco dell’anno.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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