Una ricerca italiana ha indagato sugli effetti della dieta nei casi di infertilità, scoprendo come il cibo intervenga sul testosterone. La dieta Mediterranea bio potrebbe essere un’alternativa valida, anche in tal senso.

Il titolo dello studio è Aindicarlo. Si tratta di una ricerca italiana che ha dimostrato per la prima volta l’effetto di una dieta (sana) rispetto ai livelli di testosterone. Scoprendo, in questo modo, una possibile soluzione per combattere l’infertilità. Problema che ad oggi colpisce circa il 20% delle coppie a livello globale, presentandosi come un fenomeno sempre più in crescita.

Dieta bio @Foto Crediti Envato Elements – VelvetMag

Lo studio sul testosterone e l’infertilità

L’alimentazione ha un ruolo fondamentale nelle funzionalità dell’organismo, comprese quelle legate alla salute riproduttiva. A dimostrarlo sono diversi studi. E, ad oggi, arriva una nuova ricerca tutta italiana che, per la prima volta, dimostra gli effetti di una dieta Mediterranea bio sul miglioramento dei livelli di testosterone. Lo studio in questione, condotto dall’Istituto di Farmacologia Traslazionale del Cnr, è stato presentato in occasione del congresso nazionale della Società Italiana di Andrologia (Sia) e pubblicato lo scorso novembre sulle pagine della rivista specializzata Current Research in Food Science.

Secondo quanto indagato dagli esperti, anche una dieta scorretta potrebbe essere fonte di infertilità. Su questo fenomeno, infatti, possono intervenire anche diversi aspetti legati allo stile di vita, ai fattori ambientali, allo stress e alle condizioni socio-economiche. Come ha spiegato Alessandro Palmieri, Presidente Sia e Professore di Urologia all’Università Federico II di Napoli: “Una dieta scorretta può, infatti, accentuare gli effetti deleteri e pro-ossidanti dello stress e dell’inquinamento. E causare la frammentazione del Dna negli spermatozoi, uno dei fattori alla base dell’infertilità maschile“. Fabrizio Palumbo, Dirigente Medico presso l’UOC Urologia Ospedale Di Venere di Bari, come riporta anche Sky Tg24, ha aggiunto: “La dieta mediterranea è universalmente riconosciuta come benefica per il mantenimento della salute generale e per ridurre l’incidenza delle principali malattie croniche“.

Verdure @Foto Crediti Envato Elements – VelvetMag

Dettagli della ricerca

Il team di ricerca ha monitorato la capacità produttiva di 50 uomini tra i 35 e i 45 anni, senza malattie croniche o varicocele, normo-peso, non fumatori e consumatori non abituali di alcolici. Ciascuno dei partecipanti ha seguito, ai fini dello studio, una precisa dieta. Nello specifico i cibi indicati erano per l”80% biologici, con l’aggiunta di cereali integrali e alimenti a basso carico glicemico. Nel complesso la dieta proposta al campione prevedeva il consumo quotidiano di verdure a foglia verde e frutti rossi e l’eliminazione dei carboidrati raffinati. Non solo, il piano alimentare era caratterizzato dalla riduzione dei latticini, dal consumo di carne allevata con erba e frutti di mare selvatici. Oltre alla sostituzione dei grassi saturi con grassi sani come noci, avocado e ovviamente olio d’oliva.

Veronica Corsetti, Biologa nutrizionista, ricercatore del Cnr, Presidente dell’Associazione Fertilelife e prima autrice dello studio, ha spiegato in merito al problema dell’infertilità: “È stato osservato che i soggetti, a 3 mesi dall’inizio della dieta, hanno registrato un aumento del 116% dei livelli di testosterone. Contemporaneamente – ha concluso la Biologa Corsetti – con una riduzione dei carboidrati e un aumento di antiossidanti attraverso il consumo giornaliero di frutti rossi e un minimo di 3 porzioni di verdure fresche al giorno, è stata osservata una riduzione nella percentuale di spermatozoi con Dna frammentato che è scesa al 23,2% rispetto al 44,2% iniziale“.