Il mondo del calcio è in lutto per la scomparsa di Sven-Goran Eriksson, uno degli allenatori più rispettati e ammirati a livello internazionale. Scomparso all’età di 76 anni, Eriksson ha lasciato un segno indelebile nella storia del calcio, in particolare in Italia, dove ha guidato la Lazio alla vittoria del secondo scudetto nel 2000.

La notizia della morte di Sven-Goran Eriksson ha scatenato un’ondata di cordoglio da parte di ex giocatori, colleghi e tifosi, che ricordano con affetto il suo stile di gestione e la sua personalità unica. L’allenatore ha sicuramente lasciato un vuoto difficile da colmare.

Sven-Goran Eriksson, foto Ansa – VelvetMag

Sven-Goran Eriksson è nato in Svezia nel 1948 e ha iniziato la sua carriera da allenatore negli anni ’70. Dopo aver vinto il campionato svedese con il Göteborg, ha attirato l’attenzione internazionale, venendo chiamato ad allenare in diverse nazioni europee. In Italia ha lasciato un segno particolare: con la Sampdoria e la Roma prima, e soprattutto con la Lazio, con cui ha raggiunto l’apice della sua carriera vincendo lo scudetto nella stagione 1999-2000.

Il suo stile di allenamento era noto per essere metodico e rispettoso, guadagnandosi il soprannome di “gentiluomo del calcio“. Nonostante la pressione mediatica e le grandi aspettative, Eriksson è sempre stato in grado di mantenere un atteggiamento calmo e posato, caratteristiche che gli hanno permesso di guadagnarsi il rispetto sia dei giocatori che dei dirigenti.

Il successo di Sven-Goran Eriksson con la Lazio e la Nazionale inglese

Sven-Goran Eriksson sarà ricordato principalmente per il suo lavoro alla guida della Lazio, dove, oltre allo scudetto, ha conquistato una Coppa Italia e una Supercoppa Europea. Quei trionfi lo hanno reso una leggenda tra i tifosi biancocelesti. Il suo rapporto con il club romano era speciale, e i messaggi di cordoglio arrivati dalla Lazio testimoniano quanto fosse amato.

Nel 2001, Eriksson è diventato il primo allenatore straniero della nazionale inglese, un incarico che ha mantenuto fino al 2006. Sebbene non sia riuscito a portare a casa un titolo importante con l’Inghilterra, ha comunque guidato la squadra a tre quarti di finale in grandi tornei internazionali, un risultato significativo per una nazione spesso assediata dalla pressione mediatica.

Sven-Goran Eriksson, foto Ansa – VelvetMag

Il lutto del mondo del calcio

Dopo aver lasciato la nazionale inglese, Eriksson ha continuato ad allenare in vari paesi, inclusa una breve parentesi in Messico e in Cina. Tuttavia, i suoi ultimi anni sono stati segnati dalla malattia, un tumore al pancreas che lo ha portato via. Nonostante le difficoltà, Eriksson ha mantenuto il suo spirito positivo fino alla fine. Il suo ultimo messaggio pubblico, tratto da un documentario sulla sua vita, invita tutti a sorridere e a vivere la vita al massimo, senza rimpianti.

Diverse figure di spicco del calcio hanno voluto esprimere il proprio cordoglio. Simone Inzaghi, che ha giocato sotto la guida di Eriksson alla Lazio, ha ricordato l’allenatore come una “fonte di ispirazione“. Anche Dino Zoff ha espresso il suo dolore, descrivendolo come una “perdita personale“. Alessandro Nesta, un altro dei suoi pupilli, ha dichiarato che Eriksson rimarrà per sempre nel suo cuore.

L’eredità di un gentiluomo

Il principe William ha voluto ricordare Eriksson come un “vero gentiluomo del calcio“, un appellativo che riassume perfettamente il suo stile sia dentro che fuori dal campo. I tifosi della Lazio, nel frattempo, si stanno preparando per rendere omaggio al loro allenatore leggendario con un minuto di raccoglimento su tutti i campi.

Sven-Goran Eriksson non è stato solo un grande allenatore, ma anche un uomo che ha saputo lasciare un segno profondo in tutti coloro che lo hanno conosciuto. Il suo modo di vedere la vita e il calcio continueranno a ispirare le future generazioni di giocatori e tecnici. Oggi, il calcio perde una delle sue figure più rispettate, ma l’eredità di Eriksson continuerà a vivere nei cuori di chiunque abbia avuto il privilegio di conoscerlo e di essere allenato da lui.