NewsPrimo piano

Matteo Gracis e Bruno Vespa, lo scontro in treno (e poi sui social)

Il conduttore di 'Porta a Porta' apostrofato come "megafono dei padroni" in un video postato online risponde con una "Vaffa"

Il 26 agosto 2024, un incontro su un treno tra due figure pubbliche, il sedicente giornalista indipendente Matteo Gracis e il noto conduttore televisivo Bruno Vespa, si è trasformato in un acceso scontro verbale. La lite ha avuto un’ampia eco sui social media, con video dell’accaduto diffusi rapidamente e commentati da migliaia di utenti.

Gracis contro Vespa

L’episodio ha avuto luogo quando Matteo Gracis, attivo online noto per le sue posizioni anticonformiste, ha incontrato Bruno Vespa su un treno. Secondo le ricostruzioni dei fatti, e il video stesso che l’attivista ha postato sui social, Gracis si è avvicinato a Vespa chiedendogli un selfie. In realtà ha cominciato a registrare un video affermando di trovarsi accanto a un ‘servo del potere’. Gracis ha accusato Vespa di essere un “megafono dei padroni” e di fare disinformazione. Il conduttore di Porta a Porta, colto di sorpresa e molto infastidito, ha insultato il suo interlocutore mandandolo brutalmente a quel paese.

Gracis e Vespa scontro in treno
Foto X @paolo_r_2012

Le reazioni sui social

Gracis, che ha ripreso tutto in video, ha poi postato il filmato sui social media, così come altri passeggeri che hanno assistito all’alterco. Molti utenti si sono schierati con Gracis, lodando il suo coraggio nel contestare una figura istituzionale come Vespa, spesso accusato di adottare una linea editoriale troppo allineata con il potere. Altri, invece, hanno difeso Vespa, ritenendo le critiche di Gracis eccessive, fuori luogo, offensive. Per di più manifestate a tradimento con la ‘trappola’ della richiesta di un selfie per poi invece filmare una ‘messa alla gogna mediatica’ sbattendo tutto sui social.

La risposta di Bruno Vespa

In seguito all’episodio, Bruno Vespa ha rilasciato una dichiarazione sui social in cui ha definito Matteo Gracis un “ignorante col risentimento”, accusandolo di voler riscattare la propria frustrazione attraverso attacchi personali. Vespa ha difeso il proprio operato, sostenendo di essere vittima di un’aggressione verbale ingiustificata e respingendo con forza le accuse di disinformazione. Per Vespa certi attacchi sono emblematici di un clima di intolleranza e odio che sta crescendo in tutta Italia, dove figure pubbliche sono continuamente prese di mira per il solo fatto di rappresentare opinioni diverse da quelle della cosiddetta “controinformazione“.

Gracis, indagato per le offese a Mattarella

Questo episodio ha acceso nuovamente il dibattito sullo stato del giornalismo in Italia. Da una parte, figure come Matteo Gracis rappresentano un nuovo tipo di giornalismo, spesso legato al mondo dei social media e alla controinformazione. Dall’altra, personaggi come Bruno Vespa incarnano il giornalismo istituzionale, legato ai grandi media tradizionali. Bisogna ricordare che, per queste sue ‘intemerate’, chiamiamole così, Matteo Gracis è finito anche sotto inchiesta penale. La procura di Roma lo indaga in base all’ipotesi di reato di offesa all’onore e al prestigio del Presente della Repubblica e diffusione di notizie false.

Mattarella scontro con Gracis
Sergio Mattarella. Foto Ansa/Massimo Percossi

Lo scorso giugno, in un post su Facebook, ricondiviso da altri utenti, il sedicente giornalista aveva scritto che Sergio Mattarella aveva apposto il segreto di Stato sull’incidente aereo avvenuto il 27 giugno 1980 nel mar Tirreno, tra Ponza e Ustica. La risposta dell’ufficio stampa del Quirinale fu immediata.

La notizia è palesemente falsa. Il Presidente della Repubblica non ha alcuna competenza sul segreto di Stato. Il Presidente Mattarella non ha mai pronunciato le parole che gli vengono attribuite“. E ancora. “È ignobile e vergognoso far circolare sul web tali menzogne. Il contenuto del post e dei relativi commenti sono stati segnalati alle autorità competenti“. “Ho commesso un errore. Anzi, due errori che un giornalista non dovrebbe fare e che mi obbligano a una riflessione approfondita sul mio operato. Chiedo scusa” aveva poi corretto il tiro Gracis.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio