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Kamala Harris: la prima intervista da candidata alla presidenza Usa

Il suo obiettivo è il centro dello schieramento politico, dunque anche i consensi dei repubblicani moderati che non amano Trump

Kamala Harris ha rilasciato la sua prima intervista ufficiale come candidata alla presidenza degli Stati Uniti per il Partito Democratico. Durante il colloquio con la giornalista Dana Bash della Cnn, Harris ha affrontato una vasta gamma di temi, presente anche il suo candidato vicepresidente Tim Walz. Dal suo discorso si è potuto cogliere un forte accento alla moderazione, il sostegno al ceto medio e la ricerca di un’unità politica che vada oltre le tradizionali divisioni politiche in America.

Il sostegno alla classe media

Uno dei punti salienti dell’intervista è stato il sostegno che Harris intende offrire alla classe media americana. La candidata ha sottolineato l’importanza di rafforzare questa fascia della popolazione, che considera il vero motore dell’economia nazionale. La candidata democratica ha proposto una serie di misure per ridurre il carico fiscale sulle famiglie a reddito medio, migliorare l’accesso ai servizi sanitari e promuovere l’educazione pubblica. Secondo Harris un Paese forte dipende da una classe media prospera che il Governo deve sostenere tramite politiche eque.

Kamala Harris Tim Walz intervista Cnn
Kamala Harris con Tim Walz intervistata alla Cnn. Foto X @radio3mondo

Harris vuole con sé un repubblicano

In un gesto di apertura politica, Harris ha dichiarato che, se eletta, potrebbe includere un repubblicano nel suo Governo. Questa affermazione ha destato sorpresa e ha suscitato numerosi dibattiti tra analisti politici e osservatori. Harris ha giustificato questa possibile scelta come un passo necessario per superare la polarizzazione politica che ha caratterizzato l’ultimo decennio. La candidata ha sottolineato che la collaborazione bipartisan è essenziale per affrontare le sfide complesse che gli Stati Uniti devono superare, come il cambiamento climatico, la giustizia sociale e la riforma del sistema sanitario.

Il confronto con Donald Trump

Non poteva mancare un riferimento al suo avversario principale, l’ex presidente Donald Trump. Harris ha liquidato le recenti dichiarazioni di Trump come parte di un “copione già visto”, evidenziando la necessità di voltare pagina e costruire un futuro basato su valori di inclusione e progresso. Ha criticato l’approccio divisivo di Trump, proponendosi come l’alternativa in grado di unire gli Usa e guidarli verso una nuova era di prosperità e stabilità.

Donald Trump Usa
Donald Trump. Foto Ansa/Allison Dinner

Sul fronte della politica estera, Harris ha riaffermato il suo impegno a mantenere salde le alleanze storiche degli Stati Uniti, pur enfatizzando la necessità di rivedere alcune politiche per adattarle alle nuove realtà globali. Ha espresso la sua intenzione di continuare il supporto a Israele, mantenendo però una posizione equilibrata che favorisca la pace nel Medio Oriente. Ha inoltre parlato della necessità di un approccio multilaterale per affrontare le sfide globali, come la crisi climatica e le tensioni geopolitiche, ribadendo l’importanza del ruolo degli Stati Uniti come leader mondiale.

La campagna di Harris

Nella sua prima intervista ufficiale Harris ha inoltre delineato con chiarezza i temi della sua campagna elettorale. Il suo obiettivo è il centro dello schieramento politico: dunque anche i consensi dei repubblicani moderati che non si riconoscono nella leadership di Trump. L’enfasi sul rafforzamento della classe media, insieme alla volontà di collaborare con l’opposizione politica, segna un approccio che potrebbe rivelarsi cruciale. La candidata che ha sostituito in corsa Joe Biden potrebbe ottenere il sostegno di un elettorato stanco delle divisioni e dei conflitti politici. E infatti, stando ai sondaggi, in questo mese d’agosto sta spiazzando il suo avversario Donald Trump. Perché si concentra più su temi concreti che su battaglie di principio.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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