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Namibia: la siccità porta all’uccisione di elefanti per sfamare la popolazione

Il Governo si trova costretto a prendere misure drastiche

In Namibia, una delle regioni più aride del mondo, la siccità sta raggiungendo livelli allarmanti, costringendo il Governo a prendere misure drastiche per affrontare la crisi alimentare che ne deriva.

Arriva dalla Namibia la decisione di abbattere oltre 700 animali selvatici, inclusi elefanti, zebre e ippopotami, per fornire carne alle comunità colpite dalla siccità, ha suscitato forti polemiche a livello internazionale.

Namibia ed elefanti
Dettaglio, occhio elefante @Foto Crediti Envato Elements – VelvetMag

L’impatto della siccità sulla fauna selvatica

Negli ultimi anni, la Namibia ha sperimentato una delle peggiori siccità della sua storia, con precipitazioni significativamente al di sotto della media. Questo ha portato a una grave scarsità d’acqua, che non solo minaccia la vita delle persone, ma ha anche devastato le risorse naturali su cui si basa la fauna selvatica.

Gli elefanti, simbolo della ricca biodiversità del paese, sono tra le specie più colpite. La mancanza di cibo e acqua ha ridotto drasticamente il numero di questi animali, spingendo il Governo a prendere la dolorosa decisione di abbatterne un numero significativo. Oltre agli elefanti, anche zebre, bufali e ippopotami sono stati inclusi nella lista degli animali destinati all’abbattimento.

Una decisione controversa

La scelta del Governo di uccidere gli animali selvatici per sfamare la popolazione ha scatenato un acceso dibattito. Da un lato, c’è chi sostiene che questa misura sia necessaria per salvare vite umane in un momento di estrema necessità. Dall’altro, ci sono forti critiche da parte di gruppi ambientalisti e di difesa degli animali, che vedono in questa decisione un segnale di fallimento nella gestione delle risorse naturali e un’ulteriore minaccia alla conservazione delle specie.

L’uccisione degli elefanti, in particolare, è stata vista come un colpo mortale alla conservazione della specie. In un momento in cui il bracconaggio e la perdita di habitat stanno già mettendo a dura prova la loro sopravvivenza. Difatti, l’elefante africano è una specie in pericolo, e la Namibia è stata spesso lodata per i suoi sforzi di conservazione. Tuttavia, la crisi attuale ha portato a una svolta drammatica.

Elefante
Elefante @Foto Crediti Envato Elements – VelvetMag

Le conseguenze a lungo termine

La decisione della Namibia di abbattere così tanti animali avrà conseguenze a lungo termine non solo per la fauna selvatica, ma anche per il turismo, un settore cruciale per l’economia del paese. La Namibia è nota per i suoi parchi naturali e la ricca biodiversità, che attirano ogni anno migliaia di turisti da tutto il mondo.  L’abbattimento di un gran numero di animali potrebbe danneggiare irreparabilmente l’immagine del Paese come destinazione eco-turistica.

Inoltre, la perdita di così tanti animali potrebbe alterare significativamente l’ecosistema, con effetti imprevedibili sulla biodiversità. Gli elefanti, ad esempio, giocano un ruolo cruciale nel mantenimento dell’equilibrio ecologico, disperdendo semi e creando radure che permettono la crescita di nuove piante.

Una crisi climatica globale

Questa situazione drammatica in Namibia è un segnale di allarme sul cambiamento climatico globale. La siccità, sempre più frequente e intensa in molte parti del mondo, sta mettendo a rischio la sopravvivenza di intere specie. Non solo, l’assenza di acqua sta costringendo i Governi a prendere decisioni difficili per garantire la sopravvivenza delle popolazioni umane.

La comunità internazionale è chiamata a rispondere non solo con aiuti immediati, ma anche con politiche a lungo termine per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e proteggere sia le persone che la natura. Mentre il mondo continua a lottare contro gli effetti devastanti del cambiamento climatico, è chiaro che sono necessarie azioni concertate e sostenibili per evitare che situazioni simili si ripetano in futuro.

Francesca Perrone

  • Cultura, Ambiente & PetsMessinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura.
    Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.

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