Le Nazioni Unite (ONU) hanno annunciato un accordo fra le parti in conflitto in base al quale dovrebbero verificarsi pause umanitarie nella guerra che sta devastando la Striscia di Gaza, in Palestina. Il tutto al fine di somministrare al più presto vaccini antipoliomelite a centinaia di migliaia di bambini palestinesi. La guerra fra Israele e Hamas infuria ma ora cresce la speranza che tacciano le armi almeno per questo motivo.

Il rischio di epidemia a Gaza

La poliomielite è una malattia virale altamente contagiosa che può causare paralisi permanente. È quasi eradicata a livello planetario grazie a campagne di vaccinazione di massa. Tuttavia le spaventose condizioni sanitarie a Gaza, aggravate in modo drammatico dalla guerra in corso dal 7 ottobre 2023, hanno riacceso i timori di una possibile epidemia. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che fa capo all’ONU, il primo caso di polio da 25 anni a questa parte è emerso proprio nella Striscia di Gaza.

Foto X @UNRWA

L’obiettivo delle autorità sanitarie internazionali è di immunizzare circa 640mila bambini tramite l’intervento di mille vaccinatori dell’Unrwa, l’agenzia dell’ONU per i rifugiati palestinesi. Le pause umanitarie, ottenute grazie alla mediazione delle Nazioni Unite, rappresentano una finestra temporale indispensabile per somministrare i vaccini in modo sicuro e senza interruzioni.

L’accordo fra Israele e Hamas

Il raggiungimento dell’accordo è stato frutto di negoziati complessi tra le Nazioni Unite, il governo israeliano e Hamas. Con il supporto dell’OMS e altre organizzazioni umanitarie. Israele avrebbe accettato di interrompere le operazioni militari in aree specifiche di Gaza durante orari prestabiliti, consentendo alle squadre mediche di raggiungere i bambini e somministrare i vaccini. Hamas, dal canto suo, garantirebbe il rispetto di queste pause, permettendo l’accesso sicuro agli operatori sanitari.

La campagna di vaccinazione si svolgerà in più fasi. Ci saranno a Gaza squadre mediche che dovrebbero riuscire a poter operare in condizioni di sicurezza grazie alle pause umanitarie. Le Nazioni Unite e l’OMS stanno coordinando la distribuzione dei vaccini, insieme alla formazione del personale medico locale per assicurare l’efficacia della campagna. Le organizzazioni umanitarie presenti sul campo hanno espresso preoccupazione per la possibilità di ulteriori interruzioni, ma sperano che l’accordo regga. La riuscita della campagna vaccinale potrebbe infatti costituire un precedente positivo per future iniziative umanitarie in contesti di conflitto.

Foto X @UNRWA

All’ONU cresce la speranza

L’auspicabile successo della campagna di vaccinazione antipolio a Gaza non solo proteggerà migliaia di bambini da una malattia devastante, ma potrebbe anche rappresentare un modello di intervento umanitario in altre zone di conflitto. La capacità delle organizzazioni internazionali di negoziare pause umanitarie e assicurare l’accesso agli aiuti umanitari essenziali dimostra che, anche nei contesti più difficili, è possibile raggiungere risultati positivi.

Tuttavia, la situazione a Gaza rimane estremamente fragile, con il conflitto che continua a infliggere sofferenze indicibili alla popolazione civile. Il 7 settembre si ‘compiranno’ i tristi 11 mesi di guerra a Gaza, dopo il pogrom di stampo nazista di Hamas nei kibbutz israeliani quello stesso giorno. Se da un alto sono morti brutalmente assassinati e torturati oltre 1000 cittadini israeliani, adulti e bambini, dall’altro, a oggi, sono morti sotto i bombardamenti di Tel Aviv 40mila palestinesi, fra cui molti bambini.