A oltre un anno dall’alluvione in Emilia-Romagna – maggio 2023, 44 Comuni coinvolti, danni per 10 miliardi di euro – il ministero dell’Agricoltura guidato dall’ex cognato della premier Meloni, Francesco Lollobrigida, ha erogato ben pochi fondi. Molte aziende colpite non hanno visto un euro. Emblematico è il caso dell’imprenditore Stefano Mordini, fra i titolati dell’azienda agricola Mordini di Riolo Terme, sulle colline di Faenza (Ravenna).
AgriCat – il fondo del ministro dell’Agricoltura a cui il Governo ha destinato 50 milioni di euro, in parallelo con la struttura commissariale del generale Francesco Paolo Figliuolo – ha erogato a Mordini un rimborso inferiore a 14 euro (13,83), su 30mila richiesti. Un rimborso che l’azienda faentina ha ricevuto a oltre un anno di distanza dall’alluvione del maggio 2023.
Romagna, agricoltori in crisi
A denunciare la situazione è stato appunto lo stesso Stefano Mordini. Lo aveva già fatto a inizio luglio nel corso di un incontro con altri agricoltori e le associazioni di categoria a Pieve Ponte, nel Faentino. In quell’occasione gli agricoltori avevano chiesto al Governo misure urgenti a favore delle aziende che l’alluvione ha pesantemente danneggiato.
E lo ha ribadito nelle ultime ore al Fatto Quotidiano e ad alcuni media online. “La mia azienda è stata gravemente danneggiata dall’alluvione” ha dichiarato. “Tuttavia, non abbiamo ancora ricevuto alcun aiuto economico, eccetto un versamento di 13 euro e 83 centesimi da parte di AgriCat a fronte di un presunto danno” per il quale ha chiesto un rimborso di oltre 30 mila euro. Come Mordini sono tanti gli agricoltori che attendono ancora risorse per “poter ripartire“.
Migliaia di aziende coinvolte
Secondo i dati raccolti da Confagricoltura, infatti, delle 6.168 aziende agricole presenti nel Ravennate, il 28-30% ha subito danni più o meno ingenti dall’alluvione. Danni ai cui si aggiungono quelli legate alle gelate dell’aprile 2023. Le temperature rigide hanno creato forti disagi anche alle aziende Ferrarese, oltre a quelle della zona di Modena e Ravenna come pure a Bologna, Forlì-Cesena e Rimini, Reggio Emilia e Piacenza.
Risarcimenti respinti per il 50%
Per quanto concerne l’erogazione degli indennizzi di AgriCat, il 50% delle richieste è stato respinto. Delle domande accettate solo 2 aziende su 10 stanno, seppur molto lentamente, ricevendo un parziale contributo, denuncia il presidente regionale di Confagricoltura Marcello Bonvicini.
Servono invece “interventi urgenti” per l’agricoltura emiliano romagnola. “Rimane inascoltato l’allarme per il comparto frutticolo regionale” rincara la dose il presidente Bonvicini. Occorre “salvare un patrimonio che sta scomparendo, messo a dura prova da anni di prezzi all’origine troppo bassi e problematiche fitosanitarie senza soluzione. Fino a ridurre la superficie coltivata da 65.000 a 41.000 ettari in meno di venti anni“.
Un manifesto per la Romagna
Proprio per cercare di superare l’impasse del post alluvione in Emilia Romagna, le associazioni di categoria hanno messo al centro un manifesto in 5 punti che definiscono “una road map inderogabile per chi ha a cuore il territorio ancora martoriato“. Tra le richieste, un piano strategico di messa in sicurezza a partire dalla collina, con interventi strutturali di mantenimento e consolidamento dei terreni.
Occorre poi la semplificazione delle richieste e procedure più snelle per le perizie e le richieste di ristoro dei danni alle aziende agricole, in particolare quelle di collina colpite anche da frane e smottamenti. Gli agricoltori chiedono anche contributi a integrazione del reddito che siano realmente rispondenti alle loro esigenze, e il saldo delle risorse messe finora a disposizione dal fondo AgriCat, nel quale le associazioni di categoria dovrebbero essere più coinvolte per agevolare l’erogazione dei rimborsi.