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Caso Boccia, il ministro Sangiuliano rischia il posto?

Maria Rosaria Boccia, influencer, si sarebbe 'autonominata' Consigliera del titolare della Cultura, e avrebbe ricevuto mail riservate sul G7

Scivolato sulla buccia di banana del caso Boccia, il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, si trova in una situazione difficile. Non si può escludere che di qui a non molto non ricopra più il suo ruolo all’interno del Governo Meloni. A far precipitare nella polvere (politica) il titolare del Mibac è la vicenda fra il tragico e il grottesco che riguarda i rapporti, ancora non chiari, professionali e, c’è chi dice, sentimentali, fra Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia.

La signora, 41 anni, di Pompei, afferma di aver ricevuto dal ministro della Cultura la nomina a sua Consigliera per i Grandi Eventi. Il Mibac ha seccamente smentito, asserendo che Boccia è persona che “sta cercando di accreditarsi“. Per tutta risposta la donna – sedicente esperta di moda e influencer, asserita presidente di Fashion Week Milano Moda, società che però non avrebbe nulla a che fare con la nota settimana della moda di Milano – ha pubblicato sui suoi account social numerose immagini di sé accanto a Sangiuliano. In occasioni ufficiali  e missioni ministeriali.

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Boccia con Sangiuliano in un post da lei pubblicato su Instagram

Le email in cui si coinvolge Boccia

Ma il problema vero è un altro. Dopo aver pubblicato foto di Sangiuliano in compagnia di Boccia in costume da bagno al mare, il sito Dagospia (così come il quotidiano La Stampa) ha pubblicato il testo di una mail imbarazzante. Una comunicazione riservata tra funzionari dello Stato in vista del G7 della cultura, atteso dal 19 al 21 settembre a Pompei, la città di Boccia, e non più a Positano. Maria Rosaria Boccia appare in copia nello scambio di mail, dunque messa a parte di informazioni riservate in mail non protetta, senza aver titolo formale per ricevere note delicatissime, con tanto di mappe in vista dell’organizzazione di un evento istituzionale di caratura mondiale.

Reazioni dell’opposizione

L’opposizione politica non ha tardato a reagire. Esponenti del Partito Democratico e di Italia Viva hanno espresso indignazione per la gestione delle comunicazioni riservate e hanno chiesto spiegazioni immediate da parte del ministro Sangiuliano. In particolare, è stata sollevata la questione della sicurezza e della riservatezza di tali informazioni. Che ruolo ha Boccia? Perché un’influencer che formalmente non ha incarico alcuno può avere accesso a dettagli così delicati delle attività di Stato? “Se il Ministro non chiarisce immediatamente questa situazione, siamo pronti a presentare una mozione di sfiducia” dicono dalle opposizioni.

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Maria Rosaria Boccia, in una foto dal suo profilo Facebook

Il Mibac di fronte al caso Boccia

Di fronte alle crescenti critiche, il ministero della Cultura ha cercato di limitare i danni, affermando che la presenza di Boccia nelle comunicazioni tra funzionari era puramente accidentale e che la collaboratrice di Sangiuliano non aveva alcun ruolo decisionale o operativo.

In un comunicato ufficiale, il ministero ha negato categoricamente che l’influencer avesse accesso a informazioni sensibili o che fosse stata coinvolta in alcun modo nella pianificazione del G7 della Cultura. Nonostante le rassicurazioni del ministero, la polemica non sembra placarsi.

I media continuano tuttavia a riportare nuovi dettagli sulla vicenda, alimentando il dibattito pubblico e la preoccupazione sulla trasparenza e l’integrità delle operazioni ministeriali. La vicenda potrebbe avere ripercussioni significative sulla carriera politica di Sangiuliano. Le accuse di negligenza nella gestione delle comunicazioni riservate rischiano di minare la fiducia dei cittadini e soprattutto della premier Giorgia Meloni. Che potrebbe arrivare a decisioni drastiche.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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