Il regista Brady Corbet si sta facendo strada come uno dei nomi più interessanti del cinema contemporaneo, come dimostra The Brutalist.
Dopo il successo di opere come Vox Lux e The Childhood of a Leader – L’infanzia di un capo, che gli ha fatto vincere il Leone del futuro – Premio Venezia opera prima “Luigi De Laurentiis”, Corbet torna alla ribalta con The Brutalist, un film che promette di essere tra i più acclamati della stagione cinematografica 2024. Questo nuovo progetto lo vede già come uno dei favoriti per il prestigioso Leone d’Oro alla prossima Mostra del Cinema di Venezia.
L’ex attore, volto del sadico torturatore – in coppia con Michael Pitt – del remake shot-for-shot di Funny Games, diretto sempre da Michael Haneke, da anni ha abbandonato la recitazione per dedicarsi alla regia. E The Brutalist, suo terzo lungometraggio, potrebbe proprio segnare il punto di svolta nella sua carriera, permettendogli di vincere il prestigioso Leone d’Oro.
Un racconto epico di architettura e umanità
The Brutalist racconta la storia di un architetto ungherese ebreo, László Toth, che emigra negli Stati Uniti dopo la Seconda Guerra Mondiale. La pellicola esplora la sua lotta per affermarsi in un paese straniero, in un contesto in cui l’architettura diventa simbolo di resilienza e trasformazione. La narrazione si dipana su un arco di trent’anni, seguendo non solo la crescita professionale del protagonista, ma anche il suo viaggio personale in un’epoca di grandi cambiamenti sociali e politici.
Uno stile visivo inconfondibile
Corbet, già noto per il suo stile visivo distintivo e la sua capacità di mescolare elementi storici con una narrazione intima, ha spinto ulteriormente i limiti con The Brutalist. La fotografia del film è stata lodata per il suo uso audace di contrasti e geometrie che riflettono l’essenza dell’architettura brutalista, da cui la pellicola prende il nome. Questa scelta stilistica non solo enfatizza l’estetica architettonica, ma sottolinea anche i temi di alienazione e resistenza che permeano la storia.
Una corsa al Leone d’Oro
L’entusiasmo intorno a The Brutalist è palpabile. Molti critici e addetti ai lavori considerano il film un serio contendente per il Leone d’Oro 2024. Il successo di Corbet nei festival passati e la qualità delle sue opere precedenti rafforzano questa previsione. La Mostra del Cinema di Venezia ha spesso premiato registi che osano sperimentare e sfidare le convenzioni, e The Brutalist sembra essere esattamente quel tipo di film. Acclamata anche l’interpretazione di Adrien Brody, nei panni del protagonista László Toth, che è uno dei papabili vincitori della Coppa Volpi per la Migliore Interpretazione Maschile. A impreziosire il cast spiccano anche Felicity Jones, Guy Pearce, Joe Alwyn, Raffey Cassidy e Stacy Martin, già apparse nel precedente Vox Lux.
Il futuro di Brady Corbet
Indipendentemente dall’esito del festival, è chiaro che Brady Corbet ha consolidato la sua posizione come uno dei più promettenti registi della sua generazione. Con The Brutalist, ha creato un’opera che non solo riflette sulla storia e sull’architettura, ma che getta anche uno sguardo profondo sull’esperienza umana. Se il film riuscirà a conquistare il Leone d’Oro, sarà un riconoscimento meritato per un cineasta che continua a spingere i confini del cinema contemporaneo.