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Liguria, Andrea Orlando in corsa per il dopo Toti

L'ex ministro della Giustizia del PD ha l'appoggio anche del Movimento Cinque Stelle e di Italia Viva

La campagna elettorale per le elezioni regionali in Liguria entra nel vivo con la candidatura ufficiale di Andrea Orlando alla presidenza. Dopo settimane di negoziati e discussioni, il Centrosinistra ha trovato un accordo che unisce il Partito Democratico (PD), il Movimento 5 Stelle (M5S) e persino Italia Viva. La Liguria voterà il 27 e il 28 ottobre, mentre l’Emilia-Romagna il 17 e il 18 novembre, molto probabilmente insieme all’Umbria, che però non ha ancora fissato una data.

La candidatura di Andrea Orlando, già ministro della Giustizia nei Governi Renzi e Gentiloni (2014-2018) e figura di spicco del PD, è il risultato di un compromesso strategico tra le varie anime del Centrosinistra. La necessità di presentare un fronte unito ha spinto i partiti della coalizione a trovare un accordo su una figura rispettata sia all’interno del PD che dal M5S. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha espresso un convinto sostegno a Orlando, sottolineando l’importanza di questa alleanza per vincere la sfida elettorale contro il Centrodestra.

Andrea Orlando presidenza Liguria
Andrea Orlando. Foto Ansa/Riccardo Antimiani

Orlando alla sfida elettorale

La strada, però, non sarà facile per Andrea Orlando. La Liguria è oggi una regione difficile per il Centrosinistra. Il governatore dimissionario, Giovanni Toti – arrestato e travolto dalle accuse di corruzione delle quali deve rispondere di fronte ai magistrati genovesi – aveva consolidato il suo potere negli ultimi anni. Così rendendo la regione un bastione del Centrodestra. Tuttavia, la coalizione che supporta Orlando spera di sfruttare il malcontento crescente su temi come la sanità, l’ambiente e lo sviluppo economico per convincere gli elettori a cambiare rotta.

Il programma di Orlando si concentra su alcune questioni chiave che riguardano la regione. La sanità pubblica è al centro del dibattito, con promesse di potenziamento delle strutture ospedaliere e miglioramento dei servizi sanitari regionali. Inoltre, Orlando ha posto l’accento sulla necessità di una transizione ecologica, con investimenti in energie rinnovabili e un piano per la gestione sostenibile del territorio, particolarmente rilevante in una regione spesso colpita da eventi climatici estremi.

Giovanni Toti dimissioni Liguria
Il governatore dimissionario della Regione Liguria, Giovanni Toti. Foto Ansa/Claudio Peri

Le difficoltà del Centrosinistra

Malgrado l’accordo raggiunto fra PD e M5S, la coalizione che sostiene Orlando non è priva di tensioni interne. Le differenze ideologiche tra i vari partiti potrebbero emergere durante la campagna, mettendo alla prova la tenuta dell’alleanza. In particolare, l’atteggiamento del Movimento Cinque Stelle nei confronti di possibili collaborazioni con Italia Viva ha sollevato dubbi e critiche, complicando ulteriormente la situazione. L’ingresso del partito di Matteo Renzi nella coalizione a sostegno dell’ex ministro della Giustizia sta creando problemi, piuttosto che galvanizzare le forze politiche del Centrosinistra.

Il ruolo di Schlein

Da parte sua la segretaria dei democratici, Elly Schlein, ha giocato un ruolo fondamentale nella scelta di Andrea Orlando come candidato. La sua leadership è risultata cruciale per mantenere uniti i vari gruppi all’interno e fuori dal Partito Democratico, compresa Italia Viva di Renzi, col quale Schlein sembra essersi riavvicinata. Così come per garantire il sostegno dei pentastellati. Schlein ha sottolineato che la candidatura di Orlando rappresenta un’opportunità per dimostrare che il Centrosinistra può offrire una valida alternativa di governo in Liguria, promuovendo valori di giustizia sociale e sostenibilità ambientale. Tuttavia per arrivare a vincere le elezioni occorrerà non solo una campagna elettorale efficace, ma anche la capacità di mantenere unita una coalizione variegata.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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