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Nvidia sotto indagine in America: il suo Ceo ha perso miliardi in poche ore

Si muove l'Antitrust e in Borsa il titlo crolla. Jensen Huang ha visto il suo patrimonio personale calare drasticamente

Le autorità antitrust degli Stati Uniti hanno messo Nvidia nel mirino. Hanno infatti avviato un’indagine per valutare possibili pratiche anticoncorrenziali nel settore della tecnologia AI e dei microchip. La società, leader mondiale nella produzione di GPU (unità di elaborazione grafica), è accusata di utilizzare la sua posizione di forza per limitare la concorrenza e monopolizzare il mercato emergente dell’intelligenza artificiale. Questo ha avuto conseguenze immediate sul mercato azionario, causando un calo significativo delle sue azioni e alimentando l’incertezza tra gli investitori.

Le accuse dell’Antitrust

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha avviato un’indagine formale su Nvidia, che ora deve rispondere di abuso di posizione dominante. Al centro dell’inchiesta vi è la possibile violazione delle norme sulla concorrenza, con l’obiettivo di comprendere se Nvidia abbia adottato pratiche che ostacolano l’ingresso di altri attori nel settore dell’AI. La preoccupazione principale delle autorità riguarda il ruolo preminente dell’azienda nella fornitura di hardware e software cruciali per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Un mercato che sta esplodendo grazie all’aumento della domanda di tecnologie avanzate come i modelli di linguaggio e la robotica.

Huang Ceo Nvidia
Jensen Huang. Foto Ansa/Epa/Ritchie B. Tongo

Nvidia, il titolo in Borsa

La reazione del mercato non si è fatta attendere. Non appena si è diffusa la notizia dell’indagine antitrust, le azioni di Nvidia hanno subito un drastico calo, arrivando a perdere quasi il 10% in un solo giorno. Questo è il peggior calo giornaliero registrato da Nvidia negli ultimi mesi, e ha causato preoccupazioni tra gli investitori, che temono ripercussioni a lungo termine sulla valutazione della società. Tra i più colpiti dal crollo vi è l’amministratore delegato di Nvidia, Jensen Huang, che ha visto il suo patrimonio personale diminuire di diversi miliardi di dollari in poche ore.

L’importanza strategica sul mercato AI

Nvidia ha consolidato negli ultimi anni una posizione dominante nel mercato delle GPU. Elementi essenziali per il funzionamento di numerose applicazioni di intelligenza artificiale, dalle auto a guida autonoma ai sistemi di riconoscimento facciale. La sua architettura CUDA è diventata uno standard de facto per lo sviluppo di algoritmi di machine learning e deep learning, rendendo difficile per i concorrenti competere efficacemente.

Nvidia sede negli Stati Uniti
Foto Ansa/Epa/Ritchie B. Tongo

Tuttavia, proprio questa posizione di forza ha attirato l’attenzione delle autorità antitrust, che temono che Nvidia stia utilizzando il suo predominio per soffocare l’innovazione e impedire ad altri attori di emergere nel settore. L’indagine, secondo alcuni analisti, potrebbe portare a una maggiore regolamentazione e a un possibile freno alla crescita della società.

Il futuro di Nvidia e del mercato AI

Nonostante il calo delle azioni, molti analisti ritengono che Nvidia rimanga un attore chiave nel panorama tecnologico globale. Il settore dell’intelligenza artificiale è destinato a crescere in modo esponenziale nei prossimi anni, e Nvidia ha investito pesantemente per mantenere la sua leadership. Tuttavia, l’indagine potrebbe modificare le dinamiche del mercato e aprire spazi per nuovi competitor. Inoltre, le autorità potrebbero imporre limitazioni sulle acquisizioni future della società o su pratiche commerciali ritenute anticoncorrenziali. Questo scenario crea un certo grado di incertezza, ma offre anche opportunità per aziende emergenti che potrebbero cercare di approfittare della situazione per ritagliarsi uno spazio nel settore dell’AI.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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