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Razzo Vega: il satellite Sentinel-2C è in orbita

Ultimo volo per il lanciatore europeo del programma Copernicus di osservazione della Terra

Il razzo Vega, frutto della collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e la società italiana Avio, ha completato con successo il suo ultimo lancio nello Spazio il 5 settembre 2024. Vega è partito dalla base di Kourou, nella Guyana Francese. Questo volo nello Spazio, sebbene sia l’ultimo per Vega, rappresenta un passo cruciale nella storia dei lanciatori europei e nel programma Copernicus di osservazione della Terra.

La missione Sentinel-2C

Al centro della missione c’era il lancio del satellite Sentinel-2C, un elemento chiave del programma Copernicus. Questo programma europeo, coordinato dall’ESA e finanziato dall’Unione Europea, fornisce dati di osservazione della Terra per una vasta gamma di applicazioni, tra cui il monitoraggio ambientale, la gestione delle risorse naturali e la sicurezza.

Il satellite Sentinel-2C è stato progettato per migliorare la qualità e la quantità dei dati forniti dai suoi predecessori, Sentinel-2A e 2B, già operativi in orbita. Grazie a questo lancio, l’Europa potrà continuare a monitorare il pianeta con precisione, osservando cambiamenti ambientali e climatici in tempo reale.

Razzo Vega Europa ultimo volo
Foto Ansa/Epa

Il contributo di Avio e Vega

Il razzo Vega è disponibile grazie allo sviluppo che ne fatto Avio, società italiana specializzata in tecnologia spaziale, in collaborazione con l’ESA e altri partner europei. Dal suo debutto nel 2012, Vega ha lanciato numerosi satelliti per missioni scientifiche e commerciali. Con questo ultimo volo, il razzo va a completare 23 missioni di successo, consolidando la sua reputazione di affidabilità e precisione.

Il contributo italiano al settore spaziale europeo è stato significativo, non solo con Vega, ma anche con la sua versione evoluta, Vega-C, che tornerà a volare nel 2024 dopo un periodo di revisione tecnica. Si tratta di un razzo che rappresenta la prossima generazione di lanciatori, con maggiore capacità di carico e miglioramenti tecnologici rispetto al suo predecessore.

L’eredità di questo razzo

Il lancio di Vega con il Sentinel-2C è stato l’ultimo capitolo di una lunga carriera per questo razzo spaziale. La decisione di ritirarlo segna un momento di transizione per l’industria spaziale europea, che guarda ora a nuovi lanciatori e tecnologie più avanzate per affrontare le sfide future.

Razzo Vega ultimo lancio
Foto Ansa/Epa

Vega ha dimostrato l’importanza della collaborazione europea nel settore spaziale, riuscendo a garantire l’indipendenza europea nei lanci di piccoli e medi satelliti. L’ESA e Avio continueranno a collaborare per sviluppare i futuri sistemi di lancio, in particolare con Vega-C e Ariane 6, che sarà l’altro pilastro dell’industria spaziale europea.

I lanciatori europei dopo Vega

Il ritiro di Vega apre la strada a una nuova generazione di lanciatori, con Vega-C pronto a prendere il suo posto. Questo nuovo razzo offrirà maggiori prestazioni, rendendo l’Europa più competitiva nel settore dei lanci spaziali commerciali. Inoltre, il prossimo grande traguardo sarà il lancio di Ariane 6, previsto entro il 2025.

Il successo del lancio del Sentinel-2C dimostra come l’industria spaziale europea sia in continua evoluzione, puntando a fornire soluzioni tecnologiche all’avanguardia per il monitoraggio della Terra e altre missioni spaziali. L’ESA continuerà a investire in innovazione, garantendo che l’Europa rimanga un attore di primo piano nella space economy globale. L’ultimo volo di Vega rappresenta non solo un successo tecnico, ma anche un momento simbolico per l’Europa e per l’Italia, che hanno dimostrato la loro capacità di competere nello spazio, sviluppando tecnologie avanzate e garantendo l’indipendenza nelle missioni satellitari.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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