Il ministro Sangiuliano si è dimesso, Alessandro Giuli prende il suo posto
Travolto dal caso Boccia, il capo del Mibac è la prima testa a saltare nel Governo Meloni dopo quasi 2 anni di amministrazione
Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano si è dimesso a metà pomeriggio del 6 settembre tramite una lettera che ha presentato alla premier Meloni. Meno di 48 ore dopo la sua intervista-fiume al Tg1, e nel giorno in cui, con un’intervista a La Stampa, Maria Rosaria Boccia lo ha smentito per l’ennesima volta. L’imprenditrice con cui Sangiuliano ha ammesso di aver avuto una “relazione privata” e che avrebbe dovuto assumere la carica di ‘Consigliera grandi eventi del ministro’, salvo contrordine di Sangiuliano all’ultimo momento, sembra aver portato a termine la sua vendetta.
Tramite le sue dichiarazioni alla Stampa, il 6 settembre, Boccia, che si era detta nei giorni scorsi “ingannata” da Sangiuliano, ha fatto intendere di possedere rilevanti informazioni riservate. Non soltanto sull’organizzazione del G7 della Cultura ma anche su personalità del Governo e forse sulla stessa premier Meloni.
“Mi dica se ci sono ‘file’ che coinvolgono altri politici, ministri, la premier Meloni” le chiede il vicedirettore della Stampa Federico Monga. “Io ero a stretto contatto con il ministro” risponde Boccia. “Quindi ho ascoltato telefonate e letto messaggi“. È una delle gocce che hanno fatto traboccare il vaso della pazienza a Palazzo Chigi. Significa che è possibile che Maria Rosaria Boccia detenga materiale politicamente e/o umanamente scottante per altre personalità compresa la presidente del Consiglio. Dopo che l’influencer ha squadernato a piccole dosi quotidiane sui social documenti riservati, foto e video è difficile immaginare che adesso stia millantando.
Un caso imbarazzante
Per riprendere un detto popolare, Giorgia Meloni deve essersi convinta che “è meglio una fine spaventosa che uno spavento senza fine“. Ossia fare tutte le pressioni possibili perché Sangiuliano lasciasse, onde evitare il continuo stillicidio di post su Instagram da parte di Maria Rosaria Boccia che ha attaccato anche la premier, in questi giorni. E che ha la possibilità di creare altri seri imbarazzi al Governo. Dopo quasi 2 anni di Governo Meloni, dunque, cade il primo ministro dell’esecutivo: il titolare della Cultura.
Nessuno se lo aspettava quando a finire nel mirino delle contestazioni è stata (e lo è ancora) la ministra del Turismo Daniela Santanchè, che deve affrontare grossi guai giudiziari. E neppure quando è scoppiato il caso di Emanuele Pozzolo, il parlamentare che ha involontariamente esploso un colpo di pistola a una festa di Capodanno 2024 a cui partecipava anche il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro.
Sangiuliano, i punti da chiarire
Ma quali sono le colpe di Gennaro Sangiuliano? Nel sentimento di buona parte dell’opinione pubblica sono più d’una. E gli interrogativi restano, malgrado le puntualizzazioni del ministro nell’intervista al Tg1. Perché voleva promuovere a un ruolo istituzionale la sua amante? Ha usato il denaro dei contribuenti, cioè del ministero, per pagare le trasferte a Maria Rosaria Boccia? A quale titolo Boccia è entrata in possesso di documenti di Stato sull’organizzazione del G7 e chi garantisce che, in quanto non titolata a riceverli, non li abbia usati per altri scopi o inoltrati ad altre persone? È vero o no che Sangiuliano “è sotto ricatto“ come afferma Boccia?
Indaga la Corte dei Conti
Il caso Sangiuliano, però, non finisce qui. Finisce, per il momento, anche sotto la lente della Corte dei Conti. La vicenda “non è rimasta inosservata” alla magistratura contabile dove “si stanno facendo le valutazioni del caso“. L’avvocato del ministro della Cultura, Silverio Sica, afferma intanto che “non ci sono prove che abbia subito un ricatto, lo escludiamo certamente“. E “per il materiale che abbiamo esaminato siamo nel pieno di una vicenda privatissima. Questa vicenda politicamente risponde a una logica della doppia morale tutta italiana, morale propria è quella dell’avversario“.
Nella sua lettera di dimissioni Sangiuliano fa sapere che farà un esposto in procura a Roma contro Maria Rosaria Boccia e “tutti coloro che hanno pubblicato fake news in questi giorni“. Intanto il nuovo ministro della Cultura è Alessandro Giuli, 49 anni, finora presidente del Fondazione Maxxi di Roma, che giurerà in serata dopo le 19 al Quirinale nella mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.