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Bce, si attende il taglio dei tassi: cosa cambierebbe per economia e mutui

È possibile che il 12 settembre Lagarde e i funzionari di Francoforte effettuino un taglio di 25 punti base

La Bce (Banca centrale europea) si appresta a prendere una decisione cruciale il 12 settembre 2024 riguardo ai tassi d’interesse, una mossa molto attesa dagli operatori economici. Dopo un lungo periodo di tassi elevati per contenere l’inflazione, la Banca Centrale sembra pronta a invertire la rotta, con un taglio che potrebbe avere effetti significativi sull’economia della zona euro.

La Bce e il contesto europeo

Negli ultimi mesi, l’economia della zona euro ha mostrato segnali di rallentamento. La crescita del Pil è stata rivista al ribasso, mentre la produzione industriale ha subito un calo significativo. Questi dati sono stati determinanti per spingere la Bce a considerare una riduzione dei tassi d’interesse, con l’obiettivo di stimolare l’attività economica e favorire il consumo. L’inflazione, che aveva toccato picchi preoccupanti negli anni precedenti, sembra finalmente rallentare. A fine agosto 2024, il tasso di inflazione nell’eurozona si è attestato intorno al 2,2%, ben lontano dai livelli critici che avevano giustificato l’aumento dei tassi. Questo scenario ha convinto molti esperti che la Bce possa finalmente intervenire con una riduzione significativa già nella riunione di settembre.

Bce Lagarde taglio tassi
Christine Lagarde, presidente della Bce. Foto Ansa/Epa Mast Irham

Impatti sui mutui e sul credito

Un possibile taglio dei tassi d’interesse avrebbe effetti immediati sui mutui e sul credito al consumo. Secondo le ultime analisi, i mutui a tasso variabile potrebbero beneficiare di un alleggerimento, portando a una riduzione delle rate per le famiglie e le imprese. Alcuni istituti di credito hanno già anticipato che un abbassamento del costo del denaro anticipando la Bce.

Il che potrebbe tradursi in un minor costo dei prestiti per i nuovi mutuatari, mentre i mutui a tasso fisso vedranno probabilmente offerte più competitive. Secondo gli esperti del settore bancario, il taglio dei tassi potrebbe arrivare fino a 25 punti base. Tuttavia, la Bce ha anche segnalato che le prossime mosse saranno determinate dall’andamento economico nei mesi finali dell’anno, con possibili ulteriori riduzioni nei mesi di ottobre e dicembre.

Nonostante il possibile sollievo per i mutuatari e per i consumatori, alcuni settori, in particolare quelli industriali e produttivi, rimangono preoccupati per l’impatto delle decisioni della Bce. I costi di finanziamento per le imprese, soprattutto quelle italiane, sono ancora significativamente più alti rispetto alla media europea, con un divario di circa 371 punti base rispetto alla zona euro. Ciò rende il credito meno accessibile per molte aziende, che sperano in una politica monetaria più accomodante.

Sede Bce Francoforte
La sede della Bce a Francoforte in Germania. Foto Ansa/Epa Boris Roessler

Bce, la politica monetaria del futuro

Sebbene un taglio dei tassi sia atteso a settembre, la Banca centrale europea ha chiarito che le decisioni future dipenderanno dall’evoluzione dei dati economici. Christine Lagarde, presidente della Bce, ha sottolineato che la priorità rimane il controllo dell’inflazione, ma che la Banca centrale è pronta ad agire con ulteriore flessibilità se l’economia continuerà a mostrare segnali di debolezza.

La decisione della Bce a settembre 2024 potrebbe segnare un punto di svolta per l’economia della zona euro. Un taglio dei tassi potrebbe alleviare la pressione su famiglie e imprese, ma resta da vedere se questa mossa sarà sufficiente per rilanciare la crescita economica. Gli occhi sono puntati sulla riunione del 12 settembre, ormai è già conto alla rovescia.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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