Il Movimento 5 Stelle (M5S) è alle prese con una crisi interna profonda che coinvolge i suoi leader storici. Beppe Grillo, fondatore del M5S, ha recentemente intensificato il conflitto con Giuseppe Conte, presidente del movimento e già premier. Al centro della disputa ci sono questioni fondamentali per il futuro del partito: nome, simbolo e la regola del secondo mandato. Anche Virginia Raggi, ex sindaca di Roma, ha scelto di schierarsi con Grillo, mettendo in difficoltà Conte e creando nuove divisioni all’interno del M5S.

M5S, le origini del conflitto

La tensione tra Grillo e Conte si è manifestata chiaramente quando Grillo ha cominciato a criticare apertamente l’operato di Conte, accusandolo di demolire il M5S anziché rinnovarlo. Per Grillo, la leadership di Conte si è allontanata dai principi fondativi del movimento, e ha lanciato pesanti attacchi sul suo tentativo di ridefinire il simbolo e il nome del M5S. La regola del secondo mandato, che impedisce la ricandidatura dopo due mandati, è stata uno dei punti critici di questo scontro. Conte ha cercato di ridiscutere la questione, ma Grillo è rimasto fermo, considerandola non negoziabile.

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Il ruolo di Virginia Raggi

In questo contesto, Virginia Raggi ha deciso di schierarsi apertamente con Grillo e dunque contro il presidente del M5S, Giuseppe Conte. L’ex sindaca di Roma, che ha sempre mantenuto una posizione critica nei confronti dell’ex premier, ha espresso pubblicamente il suo sostegno a Grillo, sostenendo la necessità di tornare alle origini del movimento e rimanere alternativi al sistema politico tradizionale. Raggi si è così imposta come uno dei principali oppositori interni di Conte, accentuando le divisioni.

La posizione di Conte

Dal canto suo, Giuseppe Conte ha ribattuto alle critiche, affermando che il destino del M5S non può essere nelle mani di Grillo. Per Conte, è essenziale rilanciare e rinnovare il movimento, cercando nuove alleanze e modernizzando la sua struttura. Ha inoltre evidenziato come, pur rispettando il ruolo storico di Grillo, il M5S debba evolversi e adattarsi alle nuove sfide politiche del nostro Paese. Tuttavia, la sua leadership è adesso sotto forte pressione sia dall’interno, con il crescente supporto al fondatore da parte di non pochi militanti, sia dall’esterno, con il calo di consensi elettorali. Una diminuzione piuttosto forte, come hanno dimostrato i risultati delle elezioni europee dello scorso 9 giugno.

Beppe Grillo. Foto X @cinziettacy

Possibili scissioni per M5S

Lo scontro tra Grillo e Conte potrebbe avere conseguenze devastanti per l’unità del movimento. Molti osservatori politici non escludono la possibilità di una scissione all’interno del M5S. Da un lato c’è il rischio che il gruppo che Grillo e Raggi sostengono possa separarsi, portando avanti una visione più tradizionale del Movimento. Dall’altro, Conte potrebbe cercare di formare una nuova alleanza, distaccandosi dal M5S e cercando nuovi appoggi tra le forze politiche progressiste.

Il futuro del Movimento Cinque Stelle è incerto. Le lotte intestine rischiano di indebolire ulteriormente M5S che già soffre per la perdita di consenso. La figura di Conte, nonostante il tentativo di modernizzare il movimento, è sempre più isolata. Al contrario, Grillo sembra pronto a difendere con forza i principi originari dei pentastellati. Resta da vedere se riusciranno a superare questa crisi o se M5S sarà destinato a una nuova fase di frammentazione.