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Jannik Sinner prosciolto dalle accuse di doping

La WADA non fa ricorso e quindi per il nostro campione il futuro torna a sorridere

Negli ultimi giorni, il mondo del tennis è stato attraversato da una vicenda spinosa riguardante Jannik Sinner. Il giovane campione italiano era stato coinvolto in un’indagine per presunto uso di Clostebol, una sostanza proibita in ambito sportivo. Tuttavia, dopo un’attenta valutazione da parte delle autorità competenti, il Tribunale arbitrale dello sport (TAS) aveva dichiarato Sinner innocente. Ora, la WADA (Agenzia Mondiale Antidoping) ha confermato la sua decisione di non presentare ricorso, ponendo fine alla controversia.

Il caso Clostebol

Il caso era scoppiato a seguito di un controllo antidoping in cui erano state trovate tracce di Clostebol nelle analisi di Sinner. Questa sostanza, comunemente utilizzata in ambito medico per il trattamento di ferite cutanee, è vietata dal regolamento dell’antidoping. Tuttavia, la difesa del tennista ha prontamente spiegato che l’esposizione alla sostanza era stata accidentale, legata all’uso di una crema cicatrizzante prescritta per una lesione cutanea minore.

Jannik Sinner assolto dalla Wada
Jannik Sinner. Foto Ansa/Epa Brian Hirschfeld

Nonostante l’accusa iniziale, il tribunale aveva riconosciuto la buona fede di Sinner, che aveva seguito tutte le procedure corrette per dichiarare l’uso della crema. Questo aveva portato alla sua assoluzione da parte dell’ITIA (International Tennis Integrity Agency). La decisione dell’ITIA, però, aveva lasciato aperta la possibilità di un ricorso da parte della WADA.

La decisione della WADA

La WADA aveva tempo fino alla scadenza del termine del 10 settembre 2024 per valutare un ricorso contro l’assoluzione di Sinner. La comunità sportiva era in attesa di un possibile ribaltamento della sentenza, ma l’agenzia ha scelto di non procedere ulteriormente. Inutile sottolineare come l’atleta e il suo entourage abbino accolto con entusiasmo la , che temevano che un ricorso avrebbe potuto danneggiare non solo la carriera di Sinner ma anche la sua immagine pubblica.

La decisione di non fare ricorso è stata interpretata come una conferma della corretta gestione del caso da parte delle autorità sportive, che hanno riconosciuto la totale assenza di intenzionalità da parte dell’atleta nell’utilizzo di sostanze proibite.

Sinner Wada assoluzione dal doping
Jannik Sinner (a destra) detiene il trofeo del campionato US Open dopo la sua vittoria contro Taylor Fritz degli Stati Uniti (a sinistra). Foto Ansa/Epa CJ Gunther

Il futuro di Sinner

Con il caso definitivamente archiviato, Sinner può ora tornare a concentrarsi esclusivamente sul tennis. Questa vicenda ha rappresentato un momento difficile nella sua carriera, ma il giovane tennista ha dimostrato una notevole capacità di mantenere la calma e la concentrazione, nonostante la pressione mediatica e le conseguenze che un’accusa di doping avrebbe potuto comportare.

Il proscioglimento permette ora a Sinner di guardare con ottimismo al futuro, con obiettivi importanti in vista, come la qualificazione alle Finals di Torino. Gli addetti ai lavori sono convinti che il tennista italiano sia pronto a competere ai massimi livelli senza che questa vicenda lasci strascichi sul suo rendimento sportivo. Del resto è reduce dalla vittoria agli US Open 2024.

Una questione chiusa

Il caso Sinner ha messo in luce ancora una volta le complessità del sistema antidoping nel tennis professionistico. Nonostante la gravità delle accuse, la trasparenza e la correttezza del processo hanno permesso di giungere a una soluzione equa e tempestiva. La decisione della WADA di non ricorrere sottolinea che, quando si opera nella legalità e con onestà, il sistema è in grado di garantire giustizia. Per Jannik Sinner, la chiusura di questo capitolo rappresenta una vittoria morale, oltre che professionale.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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