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Roberta Rovelli in “Vermiglio”: «Adele? Mi ha lasciato un tempo»

Venezia, il Leone d'argento, Maura Delpero e una donna terrena e presente. Tutto questo nel corso dell'intervista

Vermiglio di Maura Delpero ha vinto il Leone d’argento – Gran Premio della Giuria a Venezia 81. Roberta Rovelli è Adele e ne ha parlato qui, in esclusiva a VelvetMAG.  

Ha dato voce e corpo ad Adele. Una donna silenziosamente dinamica, terrena e presente. Esattamente come le donne di un tempo. Ma soprattutto, di una cittadina dell’alta montagna del Trentino nel periodo della seconda guerra mondiale.

Vermiglio, Roberta Rovelli a Venezia 81
Vermiglio, Roberta Rovelli a Venezia 81. Crediti: Ansa – velvetmag

Roberta Rovelli è una delle protagoniste del film Vermiglio, presentato nel corso dell’81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia e in concorso. Il film diretto da Maura Delpero ha vinto il Leone d’argento – Gran Premio della Giuria a Venezia 81 e racconta la storia della famiglia della stessa regista, un lungometraggio nato da un sogno che si è concluso con un altro sogno vissuto sul palco della Sala Grande, nel corso della cerimonia di premiazione. E Adele ne ha fatto completamente parte, lasciando a colei che ne ha vestito i panni (Roberta Rovelli, n.d.r) la possibilità di aspettare.

Intervista esclusiva a Roberta Rovelli per VelvetMAG

Che emozione è stata raggiungere la laguna – e dunque la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia – con un film in concorso?

Un’emozione grandissima. Soprattutto perché il film era in concorso e ci stavano dando una possibilità insieme a grandi nomi con magari, anche alle spalle, grosse produzioni. Vermiglio, nasce come progetto più piccolo con una produzione molto attiva e molto bella, ma sicuramente indipendente, con altre dinamiche dunque. Altre difficoltà. Riuscire a concorrere insieme a colossi è stata già quella, una grande soddisfazione.

Vermiglio ha vinto il Leone d’argento per la Miglior regia, ricordiamo, opera seconda di Maura Delpero. Che incontro è stato il vostro?

Da parte mia l’incontro è stato fin da subito di grande intesa. Maura è una regista intanto donna – già questo crea un’affinità se le cose girano nel verso giusto – e parlava, mi chiedeva un femminile per il mio personaggio Adele che in qualche modo mi risuonava dentro per le mie radici, per la mia età, per quella che è la mia storia. Le richieste di Maura sono sempre state immagini molto precise che mi hanno supportato nel lavoro e nella costruzione di questo personaggio. In più, Maura, ha un modo di lavorare quasi teatrale. Per me che venivo da esperienze teatrali, sicuramente, poter provare tante ore, con calma, cercando le cose e facendole affiorare ecco, questo è stato un modo di lavorare che mi apparteneva e mi sono sentita a mio agio.

Maura Delpero
Maura Delpero. Crediti: Ansa – velvetmag

E invece come è stato l’incontro col suo personaggio?

E, appunto! Accennavo che Adele è stato un personaggio che si è costruito man mano. Le immagini sono state subito molto precise di questa donna che avrei voluto portare. Una cosa su cui mi ha fatto lavorare Maura era il ritmo di questo personaggio che doveva essere molto lontano dal mio. E’ stato un incontro bello. Questa Adele ha dentro un po’ le donne che conosco e che ho conosciuto, a partire dalla mia bisnonna che io ricordo molto bene. C’è un femminile di ritmi, tempi, responsabilità, occhi, sguardi di tante donne della mia vita.

Facendone parte e avendo vissuto la narrazione di questo set in quanto parte del cast, secondo lei Roberta, qual è stata la carta, o le carte vincenti per essersi aggiudicato Vermiglio, il Leone d’argento?

Io credo la grande onestà di Maura nel raccontare questa storia e la sua caparbietà e intelligenza per cui non ha mollato su cose imprescindibili che questo film doveva avere come l’uso del dialetto, queste immagini a camera fissa che potessero raccontare un paesaggio che nel film è un altro personaggio. La natura è preponderante. La natura decide. Non te la dimentichi mai in Vermiglio. E questo film aveva bisogno quindi di tempi, di inquadrature, di possibilità. Maura, non ha mollato in questo. Ha mantenuto l’uso del dialetto che poteva essere – appunto – un ostacolo. Voleva raccontare esattamente quella realtà che ha determinate caratteristiche tanto da non essersi spostata di un millimetro rispetto all’esigenza che questo film aveva.

Il cast del film in concorso a Venezia 81, Vermiglio
Il cast del film in concorso a Venezia 81, Vermiglio. Crediti: Ansa – velvetmag

Adele le ha riportato alcuni ricordi. Cosa, invece, le ha lasciato?

Mi ha lasciato un tempo. Il tempo che ci concediamo prima delle risposte. A volte agiamo con degli impulsi, non a caso, siamo una generazione che vive in un tempo legato tantissimo agli impulsi, sia positivi che negativi. Adele mi ha regalato la possibilità di aspettare quel secondo prima di agire impulsivamente. E’ un personaggio che osserva e che è in silenzio ma presente.

Quale è stata la prima cosa che ha detto a Maura Delpero subito dopo aver ricevuto il Leone d’argento?

Che l’ammiravo tantissimo. Davvero! Queste son state le parole che lo ho detto. L’ammiro come professionista, come donna e come mamma anche perché facevamo le prove insieme a Maura con la sua bambina che era appena nata. E io, ho ammirato molto questa forza che ha avuto perché ho avuto figli e so quanta fatica si fa a conciliare il lavoro con la maternità. Ammirazione e stima per lei, profonda.

Teresa Comberiati

Spettacolo, Tv & Cronaca Rosa

Calabrese, a vent’anni si trasferisce a Roma dove attualmente vive. Amante della fotografia quanto della scrittura, negli anni ha lavorato nel campo della comunicazione collaborando con diverse testate locali in qualità di fotografa e articolista durante la 71ª e 75ª Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica. Ha già scritto il suo primo romanzo intitolato Il muscolo dell’anima. Colonna portante del blog di VelvetMAG dedicato alla cronaca rosa e alle celebrities www.velvetgossip.it, di cui redige ogni mese la Rassegna Gossip.

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