NewsPoliticaPrimo piano

Lilli Gruber attacca Sangiuliano: “Una sceneggiata la sua intervista in lacrime al Tg1”

Secondo la giornalista, volto noto del La7, il Governo Meloni ha tentato di far passare la vicenda come un caso di mero gossip privato

Un nuovo capitolo si aggiunge alle frequenti tensioni tra Lilli Gruber ed esponenti del Governo, questa volta con l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Durante una delle ultime puntate di Otto e Mezzo su La7, la conduttrice non ha risparmiato critiche a Sangiuliano, definendolo “un ministro inetto” (si è dimesso a causa del caso Boccia lo scorso 6 settembre). Secondo la giornalista si è tentato di manipolare l’opinione pubblica tramite i mezzi d’informazione statali, in particolare il Tg1, durante la famigerata intervista di Sangiuliano al direttore Gian Marco Chiocci una settimana fa: il 4 settembre.

Le accuse di Gruber

Intervistata sul Corriere della Sera da Aldo Cazzullo, Gruber ha attaccato a testa bassa. “Sangiuliano – ha detto – da ministro inetto e colpevole è apparso al Tg1 come un uomo qualunque, contrito e pentito. Ecco fatta l’operazione ‘è solo una questione personale, di gossip’”. Quanto a Maria Rosaria Boccia e ai giudizi della presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ha detto di avere “un’altra idea su come la donna debba ritagliarsi il suo spazio nella società“, la conduttrice di La7 ha dato una sua sarcastica opinione.

Lilli Gruber contro l'ex ministro Sangiuliano
Foto Ansa/La7

È sempre pronta a parlare di quello che una donna dovrebbe o non dovrebbe fare” è la bordata di Gruber a Meloni. “Attendiamo che ci dica con altrettanta chiarezza qual è la sua idea di come un uomo si ritaglia, e debba ricoprire, il ruolo di ministro. Il senso delle istituzioni, ovvero disciplina e onore, è tra i requisiti?” La7 è diventata la rete della sinistra? ha chiesto quindi Cazzullo. “La7 è una rete che fa giornalismo – ha risposto Gruber – e lasciamo al pubblico il compito di giudicare“.

Il suo ‘salotto’ su La7

Sono di parte” ammette la conduttrice, precisando che questo significa essere “dalla parte della Costituzione, della legalità, del giornalismo che si basa sui fatti“. Gruber spera di avere la premier ospite del programma, come in passato. “La accusano però di aver maltrattato pure Elly Schlein” le ha fatto notare Cazzullo. “Io non ho mai maltrattato nessuno. Sono pur sempre cresciuta col ‘bon ton’ austro ungarico. Ma se a domande precise arrivano risposte evasive, è mio dovere insistere”.

A Schlein però Lilli Gruber ha recapitato un sms, sull’ex premier Matteo Renzi in procinto di rientrare nel centrosinistra: “Renzi ci ha abituato ai suoi molteplici interessi“. C’è anche una domanda sul Fatto Quotidiano perché spesso a Otto e mezzo intervengono il direttore Marco Travaglio, l’editorialista Antonio Padellaro e altre firme del giornale. “Ospito firme di Libero, del Secolo d’Italia, di Repubblica, del Domani e di altre testate” risponde la conduttrice. Che Italia vede Lilli Gruber? “Sta diventando un Paese sempre più polarizzato, diviso e rancoroso – ha risposto. “Su questo terreno prospera un Governo di destra reazionaria, che sta cercando di portare indietro le lancette dell’orologio dei nostri diritti”.

Gennaro Sangiuliano dimissioni ministero della Cultura
Il ministro Sangiuliano lascia il ministero della Cultura dopo essersi dimesso. Foto Ansa/Massimo Percossi

Le implicazioni politiche

Comunque sia a far parlare in queste ore è ancora una volta il caso Boccia-Sangiuliano. La polemica tra Gruber e l’ex ministro si inserisce in un contesto più ampio di tensioni tra il Governo e alcuni settori dei media. La conduttrice di Otto e Mezzo non è nuova a confronti accesi con esponenti politici di destra. Le sue posizioni critiche verso Meloni e il suo governo riflettono una preoccupazione diffusa tra molti commentatori e giornalisti riguardo all’uso dei mezzi d’informazione pubblici.

L’accusa di manipolazione dell’informazione sollevata da Gruber è stata oggetto di dibattito in vari ambienti politici. Mentre alcuni sostengono che il Governo abbia effettivamente cercato di influenzare i contenuti del principale telegiornale pubblico, altri vedono queste accuse come un’esagerazione, parte di una strategia mediatica volta a screditare l’esecutivo.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio