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Ius Scholae, Forza Italia in difficoltà nel dibattito fra i partiti

Vota contro un emendamento di Azione ma poi insiste a dirsi a favore della cittadinanza ai minori stranieri purché abbiano studiato 10 anni

Il dibattito sullo Ius Scholae continua a dividere il panorama politico italiano, e Forza Italia si trova al centro di una tempesta di polemiche. Il tema riguarda la concessione della cittadinanza italiana ai minori stranieri che hanno completato almeno un ciclo di studi in Italia, una proposta che, negli ultimi mesi, ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica e delle forze politiche. Sebbene Forza Italia abbia votato contro un emendamento su questo tema presentato da Azione in Parlamento, il partito non sembra intenzionato a chiudere completamente la porta al Ius Scholae. Al contrario, sta lavorando a una propria proposta di legge, che potrebbe segnare una svolta nel dibattito politico.

Forza Italia e lo Ius Scholae

Il voto contrario di Forza Italia all’emendamento presentato da Azione ha sollevato non poche critiche, sia dall’interno della coalizione di Centrodestra che dall’opposizione. Antonio Tajani, leader del partito, ha più volte espresso il suo supporto a una riforma della cittadinanza basata sul merito e sull’integrazione, affermando che il diritto di diventare cittadini italiani dovrebbe essere legato all’istruzione e alla partecipazione attiva alla vita del Paese. Tuttavia, la decisione di votare contro l’emendamento ha fatto emergere tensioni interne.

Tajani Forza Italia Ius Scholae
Antonio Tajani. Foto Ansa/Vincenzo Livieri

Carlo Calenda, leader di Azione, ha accusato Forza Italia di essere una “stampella del governo sovranista“. Secondo lui la decisione di bocciare l’emendamento era dettata dalla necessità di mantenere l’unità con gli altri partiti del Centrodestra, come Fratelli d’Italia e la Lega, storicamente contrari a qualsiasi forma di Ius Scholae.

Proposta di legge autonoma

Nonostante le critiche, Forza Italia sembra voler continuare a portare avanti la sua visione sullo Ius Scholae. In diverse occasioni, esponenti del partito hanno sottolineato la necessità di una riforma che riconosca la cittadinanza italiana ai minori stranieri solo dopo aver completato l’intero ciclo scolastico obbligatorio, ovvero 10 di studio. Questa proposta, secondo i sostenitori, rappresenta un punto di equilibrio tra l’esigenza di integrazione e la volontà di non svendere la cittadinanza italiana.

La proposta di Forza Italia prevede anche altre condizioni per ottenere la cittadinanza, come la conoscenza approfondita della lingua italiana e un chiaro impegno a rispettare le leggi e i valori della Repubblica. Questa linea di pensiero, che Tajani definisce “non oscurantista“, punta a mediare tra le diverse anime del partito e della coalizione di Centrodestra, cercando di mantenere una posizione liberale senza però alienarsi i voti degli alleati più conservatori.

Ius Scholae Mazzara del Vallo
Foto Ansa/Max Firreri

Il dissenso tra gli alleati

La Lega, guidata da Matteo Salvini, ha espresso forte opposizione a qualsiasi forma di Ius Scholae. Salvini ha definito la proposta una “boutade estiva“, criticando apertamente Forza Italia per aver rilanciato una riforma considerata non prioritaria e pericolosa per la tenuta sociale del Paese. Anche Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni alla guida, si è mostrato contrario a una riforma della cittadinanza, ritenendo che il sistema attuale sia già sufficientemente equilibrato.

Tuttavia, Forza Italia sembra determinata a portare avanti la sua idea, cercando di posizionarsi come l’unico partito del Centrodestra in grado di dialogare con l’elettorato moderato e liberale. La sfida sarà riuscire a trovare un compromesso che non alieni il supporto degli alleati di coalizione, ma che al tempo stesso risponda alle richieste di una parte dell’elettorato, sempre più favorevole a una riforma della cittadinanza.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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