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Rachele Mussolini lascia Fratelli d’Italia e approda a Forza Italia

La nipote del duce è a favore dello Ius Scholae e dei diritti di omosessuali e transgender. Nulla a che vedere con le posizioni di FdI

Rachele Mussolini, consigliera comunale a Roma e nipote del duce, lascia Fratelli d’Italia e si unisce a Forza Italia. La consigliera meloniana più votata nella Capitale è favorevole allo Ius Scholae, ai diritti Lgbtq+ e ha criticato la campagna denigratoria contro Imane Khelif.

A quanto pare, dunque, la motivazione principale dietro questa mossa risiede nelle divergenze di sensibilità politica con Fratelli d’Italia. Mussolini ha sottolineato come le sue idee siano più vicine a una posizione moderata e centrista, più in linea con la visione di Forza Italia. “Mi riconosco di più nelle posizioni centriste di Tajani“, ha affermato, aggiungendo che la sua nuova collocazione politica riflette maggiormente le sue convinzioni personali sui temi dei diritti civili e della moderazione politica.

Mussolini passa a Forza Italia
Rachele Mussolini. Foto X @Adnkronos

Le critiche a Fratelli d’Italia

Rachele Mussolini non ha infatti esitato a esprimere critiche nei confronti di FdI. La consigliera ha descritto il partito come troppo sbilanciato a destra, in particolare su questioni relative ai diritti civili e alle politiche sociali. Secondo Mussolini, Fratelli d’Italia non ha dimostrato sufficiente apertura su questi temi, elementi centrali della sua decisione di lasciare il partito.

L’approdo in Forza Italia, invece, le permetterebbe di far valere le proprie posizioni su argomenti come la tutela dei diritti e la giustizia sociale, tematiche che considera cruciali per il futuro politico italiano. La mossa è apparsa ad alcuni come un segnale della crescente tensione all’interno del Centrodestra italiano, dove le diverse anime del movimento cercano di trovare il proprio spazio in un contesto politico sempre più frammentato.

Il futuro di Rachele Mussolini

Con il passaggio a Forza Italia, Rachele Mussolini potrebbe aspirare a un ruolo più importante all’interno del partito, in particolare per la sua capacità di attrarre una parte dell’elettorato che si riconosce nelle posizioni più moderate del Centrodestra. La sua figura, sebbene legata al peso storico del cognome che porta, rappresenta un punto a favore di Forza Italia, che continua a cercare una nuova identità dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi. Forza Italia gode di discreta salute politica ed è senz’altro attrattiva per personalità politiche alla ricerca di una ‘casa dei moderati’ di Centrodestra.

Mussolini passa in Forza Italia da Tajani e compagni
Antoni Tajani, ministro degli Esteri e presidente di Forza Italia. Foto Ansa/Fabio Frustaci

Reazioni politiche

La decisione di Mussolini ha immediatamente suscitato reazioni contrastanti nel panorama politico. Da un lato, esponenti di Forza Italia hanno accolto con favore il suo arrivo, lodando la sua scelta di aderire a un partito che pone maggiore enfasi sui diritti e sulla moderazione. Dall’altro, alcuni membri di Fratelli d’Italia hanno espresso disappunto, accusando Mussolini di aver tradito il partito e i suoi ideali.

Nonostante le critiche, Mussolini ha difeso la sua scelta come un passo necessario per rimanere coerente con i propri valori e le proprie convinzioni. “Non si tratta di tradimento, ma di un’evoluzione naturale del mio percorso politico“, ha dichiarato la consigliera romana. la quale ha inoltre sottolineato l’importanza della coerenza politica in un periodo di grande cambiamento per l’Italia. La decisione di Mussolini di lasciare Fratelli d’Italia per unirsi a Forza Italia segna un momento significativo per il Centrodestra italiano, riflettendo la necessità di ripensare l’identità politica di fronte a nuove sfide e a un elettorato sempre più frammentato.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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